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Alla Dda la relazione sull`accesso antimafia all`Asp di Cosenza

CATANZARO La Dda di Catanzaro «sta rileggendo i risultati di quel rapporto finale mandato a Roma» dopo l`accesso antimafia all`Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, «per capire se ci sono risvolt…

Pubblicato il: 27/02/2014 – 19:29
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Alla Dda la relazione sull`accesso antimafia all`Asp di Cosenza

CATANZARO La Dda di Catanzaro «sta rileggendo i risultati di quel rapporto finale mandato a Roma» dopo l`accesso antimafia all`Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, «per capire se ci sono risvolti penali nella vicenda». Lo scrive L`Espresso in un servizio che sarà pubblicato domani, e di cui il settimanale ha fornito un`anticipazione, nel quale si afferma che «Cosenza rischia di trasformarsi in una brutta grana per il titolare del Viminale». «I pasticci della sanità calabrese e il futuro dell`Ncd. Il nuovo partito di Angelino Alfano – scrive il settimanale – ha la sua roccaforte in Calabria: lo scorso 8 febbraio a Cosenza per il ministro c`è stato un bagno di folla. Padrone di casa il senatore Antonio `Tonino` Gentile, coordinatore regionale del partito con ambizioni da sottosegretario. In prima fila si sbraccia Gianfranco Scarpelli, il commissario risanatore della sanita` cosentina: una delle fabbriche del consenso in questa terra, che muove quasi un miliardo di euro l`anno. Nove giorni dopo il bagno di folla, i giudici hanno sospeso Scarpelli per due mesi e inferto un colpo micidiale al sistema di potere di Gentile. Al manager sono state contestate consulenze per 900mila euro distribuite a un avvocato, fedelissimo del senatore, e girate in parte al figlio di Gentile, che è finito sotto inchiesta». Nell`articolo si afferma che «i sospetti di malaffare nella sanità cosentina sono ben noti al Viminale», ricordando che «nel 2012 ispettori e militari delle Fiamme Gialle hanno passato al setaccio le attività di ospedali e ambulatori cosentini per verificare le ingerenze delle cosche nel settore. Nel loro rapporto finale già emergevano gli incarichi affidati senza gara pubblica. In tre anni l`Asp di Cosenza ha speso più di 4 milioni e mezzo in consulenze esterne. Nella relazione inviata al Prefetto di Cosenza venivano segnalate inoltre anomalie in alcuni appalti e soprattutto la presenza di personaggi vicini, e in certi casi organici, ai clan nei presidi sanitari di Paola e Cetraro». Ricordando la conclusione della pratica, l`Espresso scrive: «Ma nel dossier conclusivo spedito a Roma dalla prefettura non veniva esplicitamente richiesto il commissariamento dell`azienda sanitaria, pur sottolineando una serie di ombre inquietanti sulle infiltrazioni criminali. La pratica è arrivata sul tavolo del ministro Alfano sei mesi fa ed è stata archiviata il 13 novembre, salvando cosi` l`azienda sanitaria nel regno di Gentile così è salva. Due giorni dopo, Angelino Alfano annuncia la nascita dell`Ncd: il senatore cosentino viene nominato coordinatore regionale. Ma ora la Procura distrettuale antimafia sta rileggendo i risultati di quel rapporto finale». (0050)

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