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Sequestrarono imprenditore casertano In manette anche due cosentini

CASERTA Ci sono anche due cosentini tra gli uomini accusati di aver sequestrato un imprenditore di Casagiove, nel Casertano, titolare di una ditta attiva nel settore del calcestruzzo. I carabinieri d…

Pubblicato il: 02/03/2014 – 11:03
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Sequestrarono imprenditore casertano In manette anche due cosentini

CASERTA Ci sono anche due cosentini tra gli uomini accusati di aver sequestrato un imprenditore di Casagiove, nel Casertano, titolare di una ditta attiva nel settore del calcestruzzo. I carabinieri di Caserta hanno eseguito un`ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale di Cassino nei confronti di quattro persone, che avrebbero contro la vittima a causa di un suo debito di circa 200mila euro. In manette è finito Antonio Grassano, 41 anni di Montesano sulla Marcellana (Salerno), proprietario di un`altra azienda operante nello stesso settore che, secondo l`accusa, ha fornito alla vittima dei prodotti mai pagati generando così il debito. Il provvedimento è stato inoltre notificato anche ai tre uomini ingaggiati dal 41enne per eseguire materialmente il sequestro, Canio Lancellotti, 30 anni di Moliterno (Potenza), Donato Anzillotti 51enne di Mangone e Antonio Parise, 39 anni di Cosenza, tutti pregiudicati per vari reati contro il patrimonio e la persona. Il fatto è avvenuto il 24 gennaio dell`anno scorso. La vittima, la cui ditta intanto era stata dichiarata fallita, è stata sequestrata a Cassino, incappucciata e condotta a Siena dal fratello, socio al 50% nella ditta di calcestruzzo e noto medico nel capoluogo toscano. I sequestratori volevano garanzie dal professionista sul pagamento del debito e hanno minacciato che in caso di mancato saldo della somma sarebbero passati alle maniere violente. Alla fine sono state date garanzie generiche ma l`imprenditore sequestrato, una volta liberato, ha denunciato l`episodio ai carabinieri della stazione di Casagiove che hanno iniziato le indagini coordinati dal capitano Raffaele Romano della compagnia di Caserta e dalla Procura della Repubblica di Cassino. Il debito non è stato mai pagato. (0040)

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