Sanità, incroci pericolosi sull`asse Calabria-Puglia
L`appalto è uno dei più “pesanti” dell`Asp di Cosenza, almeno sotto il profilo finanziario. Oltre 55 milioni di euro per «l`affidamento del servizio di pulizia, disinfezione, sanificazione immobili e…

L`appalto è uno dei più “pesanti” dell`Asp di Cosenza, almeno sotto il profilo finanziario. Oltre 55 milioni di euro per «l`affidamento del servizio di pulizia, disinfezione, sanificazione immobili e lavanoleggio biancheria piana, confezionata e materassata con gestione guardaroba e fornitura di set sterili di biancheria per gli usi di sala operatoria, delle strutture sanitarie e amministrative dell`Asp di Cosenza». Un oggetto così lungo che quasi giustifica di per sé la spesa sostenuta. Il guaio, in questo caso, potrebbero essere le procedure seguite dal management dell`Azienda per portare a termine l`iter.
Iniziamo dal presidente della commissione di gara. Si tratta di Gennaro Sosto, un ingegnere che, da consulente esterno, dirige l`unità operativa complessa “Attività tecniche e patrimoniali”. Il suo contratto è di quelli che si definiscono 15 septies: Sosto è un esterno e, per la legge Balduzzi, non potrebbe ricoprire incarichi di direttore di Unità operative complesse, che sono riservati esclusivamente a dirigenti dipendenti dell`Azienda.
C`è di più: secondo una delibera dell`Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, non potrebbe neppure presiedere una commissione di gara. L`atto, che risale al 7 novembre 2012, spiega che «il presidente della commissione di gara deve essere necessariamente individuato all`interno della stazione appaltante, mentre per altri componenti è ammesso, in alternativa, il ricorso a funzionari di altre amministrazioni aggiudicatrici o a professionisti esterni, (…) ma a patto che sia accertata e certificata dal Rup la carenza di organico o di adeguate professionalità presenti all`interno della stazione appaltante». Il dirigente “precario”, dunque, sembrerebbe escluso, eppure il direttore generale Gianfranco Scarpelli gli ha affidato l`incarico. Sottoponendo la gara a un rischio elevato: quello di essere annullata in caso di ricorso.
Non è tutto. Secondo i documenti pubblicati sul sito dell`Azienda sanitaria provinciale, la procedura è stata aggiudicata a un`associazione temporanea di imprese formata dalla cooperativa Cns, e dalla Csf costruzioni e servizi. Quest`ultima azienda ha, come rappresentante legale, Gaetano Altieri, che è un nome noto in Puglia. Altieri, infatti, era finito nella maxi inchiesta della Procura di Bari sugli appalti assegnati ad alcune cooperative grazie – era l`ipotesi dell`accusa – ai rapporti molto stretti con alcuni funzionari degli enti pubblici. Uno dei filoni riguardava proprio un appalto per le pulizie dell`amministrazione regionale, affidato alla Fiorita, coop guidata dai fratelli Piero e Dario Maniglia.
Fu partendo da quella gara che i pm si imbatterono in una serie di altre procedure, ipotizzando che la gestione dei servizi nelle Aziende sanitarie pugliesi fosse affidata quasi in regime di monopolio alla cooperativa dei Maniglia. È l`indagine nella quale finì invischiato anche l`allora governatore della Puglia Raffaele Fitto, che fu indicato come «il fautore dei più importanti passaggi politici necessari per la realizzazione degli illeciti scopi associativi». Per loro, Fitto, condannato in primo grado a quattro anni, «si prodiga per la nomina di dirigenti della Ausl amici sui quali poi influisce personalmente o indirettamente per favorire l`aggiudicazione di appalti».
Cosa c`entri Altieri con tutto questo lo racconta uno dei passaggi in Cassazione dell`inchiesta pugliese al termine delle indagini preliminari. Il gip di Bari decise di non procedere all`arresto dell`imprenditore. E gli ermellini confermarono quella scelta, non senza ricordare che il giudice per le indagini preliminari aveva scritto che «l`Altieri fungeva da prestanome del Maniglia, del quale era un dipendente». In Calabria tornano, insomma, alcuni protagonisti di una pagina non proprio limpida della sanità pugliese. Tra l`altro, in una procedura di gara presieduta da un consulente che, secondo il parere dell`Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, non avrebbe dovuto occupare quel posto.