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Navi dei veleni, desecretati gli atti sul caso Alpi

di Roberto De Santo

Pubblicato il: 20/03/2014 – 18:40
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Navi dei veleni, desecretati gli atti sul caso Alpi
REGGIO CALABRIA La desecretazione degli atti sul caso Ilaria Alpi e Miran Hrovatin potrebbe avere forti ripercussioni anche in molte inchieste ancora non chiarite in Calabria. La decisione annunciata oggi alla Camera dal sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento, Teresa Amici, di togliere il sigillo di “segreto di Stato” sulla morte dell`inviata del Tg3 e del suo cameraman in Somalia – assassinati mentre stavano realizzando un reportage sul traffico internazionale di armi e rifiuti tossico-nocivi nonché nucleari – potrebbe, infatti, riaprire molti spiragli sulle vicende delle cosiddette “navi dei veleni” – tra cui la Motonave Rosso spiaggiata ad Amantea e la Cunsky di Cetraro – e sulla morte del capitano Natale De Grazia che su quelle storia stava svolgendo una delicatissima indagine per conto della Procura di Reggio Calabria. IL CERTIFICATO DI MORTE A CASA COMERIO Diverse testimonianze, nonché tanti riscontri, mai approfonditi fino in fondo, hanno visto la nostra regione intersecarsi con quei traffici su cui Ilaria Alpi e Miran  Hrovatin avevano puntato i riflettori. Su tutti la vicenda del certificato di morte della cronista del Tg3 rinvenuto nell`abitazione di Giorgio Comerio. Nel corso di una perquisizione, svolta nell`ambito dell`inchiesta sulle navi dei veleni, il capitano De Grazia nel 1995 trovò a casa del noto faccendiere – ideatore del progetto di interramento in mare delle scorie nucleari finito al centro dell`inchiesta sul naufragio della motonave “Rosso” – una copia del documento della giornalista uccisa con il suo cameraman in Somalia. Una circostanza – non secondaria, visto che in un altro documento rivenuto sempre a casa di Comerio si faceva riferimento a una nave “persa” proprio nello stesso giorno dell`affondamento a largo di Capo Spartivento della Rigel (altra imbarcazione sospetta) – del groviglio di storie che si sono intrecciate con quegli omicidi e che potrebbero essere alla base della morte dello stesso capitano. Natale De Grazia, infatti, qualche mese dopo quella perquisizione morì a Nocera Inferiore mentre si stava recando a La Spezia con alcuni sui colleghi per interrogare una fonte confidenziale che avrebbe dovuto fornirgli altri elementi per ricostruire la storia delle navi a perdere. LA STORIA DELLE NAVI A “PERDERE” Carette dei mari che, secondo alcune testimonianze come quella del pentito di `ndrangheta, Francesco Fonti (anch`egli deceduto), sarebbero state riempite di veleni e poi fatti affondare lungo le coste calabresi con la complicità delle `ndrine. Ipotesi mai chiarite che potrebbero trovare nuovi impulsi proprio dalla desecretazione di quegli atti. Ma maggiori elementi potrebbero arrivare soprattutto dall`eliminazione del segreto di Stato dai documenti – già annunciata dal presiedente della Camera, Laura Boldrini – sulla vicenda delle navi dei veleni accumulati negli anni dalle commissioni parlamentari d`inchiesta sui ciclo dei rifiuti e antimafia. Negli scaffali di quest`ultimi due organi di controllo, infatti, potrebbero trovarsi delicati documenti che potrebbero consentire di squarciare il velo di silenzio su vicende molto torbide della nostra storia recente. IL PRESUNTI AVVELENAMENTO DI DE GRAZIA E LA CUNSKY Ricordiamo che, solo negli ultimi mesi, proprio dagli atti delle due commissioni sono arrivate altre verità: sulla morte del capitano De Grazia e sulla Cunsky. È stata la commissione parlamentare d`inchiesta sul ciclo dei rifiuti a scoprire che De Grazia potrebbe essere essere stato “avvelenato”. Grazie a una perizia disposta dall`ex presidente dell`organo bicamerale è, infatti , emersa questa terribile verità. Come dalla commissione antimafia è arrivato il certificato nel quale si è accertato che la Cunsky, la cosiddetta nave dei veleni – che nel 2009 scatenò la paura in quel di Cetraro – non era stata demolita nel porto indiano di Alang. Un verdetto quest`ultimo che era stato alla base dell`archiviazione della spinosa vicenda. Tutte storie il cui finale potrebbe essere riscritto proprio dalla desecretazione degli atti. (r.desanto@corrierecal.it)
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