La democrazia soffocata dentro Rifondazione comunista
Cari amici e compagni, oggi non sarò presente alla riunione delle forze del centro-sinistra alla quale ci ha invitato il segretario regionale del Pd, che ringrazio. Come ormai tutti sanno, il Prc ca…

Cari amici e compagni,
oggi non sarò presente alla riunione delle forze del centro-sinistra alla quale ci ha invitato il segretario regionale del Pd, che ringrazio.
Come ormai tutti sanno, il Prc calabrese è stato smantellato d’ufficio dalla segreteria nazionale. Con una sequela di abusi statutari che risalgono a dicembre scorso, nel corso dell’ultimo congresso del partito, la rappresentanza di oltre il 50% degli iscritti al partito calabrese è stata letteralmente amputata . A causa di tali insopportabili atti le federazioni di Vibo Valentia e Crotone hanno annunciato di non voler partecipare al prossimo congresso regionale. La ragione per la quale siamo stati “bombardati” è talmente banale da essere incredibile: paghiamo l’affronto di aver chiesto un ricambio ai vertici del partito nazionale. Sembra incredibile che nel 2014, nella nazione che ha vissuto la straordinaria stagione del Partito comunista più democratico del mondo – il Pci di Gramsci, Togliatti, Longo, Berlinguer – un rigurgito di polpottismo abbia portato un gruppetto di dirigenti privi di qualsiasi autorevolezza e di legittimazione democratica arroccati nella segreteria nazionale del Prc eletta col 40% dei voti perpetrare una anacronistica operazione di epurazione di staliniana memoria. La spregiudicatezza e la spietatezza con cui si è proceduto mi ha portato a pensare che in altre epoche questi soggetti non avrebbero esitato a reprimere i calabresi oggi amputati metaforicamente negli scantinati di una nostrana Lubjanka.
Sono iscritto da sempre al Prc, il partito che ho contribuito a fondare ed a cui ho dedicato – in continuità con la militanza nel Pci – grossa parte della mia vita, sacrificando affetti, tempi di vita, risorse economiche. Si è trattato di militanza appassionata e disinteressata, contrariamente a tanti piccoli mestieranti che ne hanno fatto lo strumento di sbarco del lunario: vagabondi strutturali che predicano gli interessi della classe operaia ma stando ben lontani dalle fatiche quotidiane della stessa.
Sono segretario regionale del Prc calabrese ancora per qualche giorno: al congresso regionale convocato d’ufficio dalla segreteria nazionale per il 30 marzo non sono neppure delegato. Farò la mia battaglia fino all’ultimo, per difendere l’idea di un partito comunista democratico. Ma nella situazione data non sono nello spirito adatto per rappresentare questo Prc in una riunione come quella di oggi. Non mancherà in futuro il apporto nelle forme possibili per la costruzione di un ampio fronte democratico e di sinistra capace di sconfiggere alle prossime elezioni regionali quella destra che ha portato la Calabria nella penosa condizione di prostrazione in cui si trova oggi a vivere.
*Segretario regionale di Rifondazione comunista