Matteo Renzi da Scalea rilancia un impegno «concreto e non parolaio» per la legalità e la lotta alla `ndrangheta. Il suo partito lo accoglie dicendosi pronto all’impegno in questa direzione.
È il caso di dare qualche consiglio al Partito democratico della Calabria per rendere operativo il suo «diciamo no alla `ndrangheta» pronunciato a Scalea?
Proviamoci con poche cose concrete: chieda alla commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Rosy Bindi, parlamentare del Pd eletta in Calabria, di rendere pubblici i verbali delle Commissioni d’accesso che hanno lavorato (inutilmente?) dentro le amministrazioni comunali di Rende, Serra San Bruno e Azienda sanitaria provinciale di Cosenza.
Renda egualmente pubblica la relazione del prefetto di Milano sulle infiltrazioni della `ndrangheta nei lavori di Expo 2015 (attualmente sia la relazione che gli allegati sono stati consegnati alla presidente Bindi che le ha segretate). Chieda al ministro della Giustizia (il deputato del Pd Andrea Orlando) di mettere le Direzioni distrettuali antimafia di Catanzaro e Reggio Calabria e gli uffici giudiziari di riferimento (Gip, Tribunali e Corti d’assise) nelle condizioni di svolgere appieno il lavoro investigativo e quello processuale, attualmente fortemente condizionati dalle carenze di organico. Inviti il ministro dell’Interno Angelino Alfano ad acquisire le relazioni della Corte dei conti e ad avviare ispezioni dirette che consentano l’allontanamento di quegli amministratori locali responsabili di sperperi, che aiutano quella forma di clientelismo mafioso ad affermarsi come vero organismo di governo del territorio.
Imponga alla Commissione insediata presso il Viminale di accelerare e portare a conclusione le pratiche di rimborso agli imprenditori che, per avere denunciato la `ndrangheta, hanno visto distruggere le loro aziende. Imponga il commissariamento ad acta di tutti quegli enti che, destinatari di beni confiscati alla `ndrangheta, ne ritardano il riutilizzo a scopi sociali, e trasformi gli amministratori giudiziari da meri gestori di aziende in manager capaci di mantenere quelle aziende sul mercato, dimostrando così che togliere imprese alla `ndrangheta è un investimento produttivo e non un impoverimento del territorio e dei lavoratori. Inviti i suoi consiglieri regionali ad uscire immediatamente da quel luogo di impostura che è la “commissione Antimafia” del consiglio regionale. Già questo sarebbe un buon inizio e risponderebbe in maniera credibile anche alla sfida che Renzi lancia da Scalea: «I calabresi smettano di pensare che il nemico è fuori, si rialzino e facciano la loro parte con dignità». Una sfida che il Pd calabrese dice di voler raccogliere: «Noi costruiremo un grande Partito democratico in Calabria, lo costruiremo tra la gente e con la gente», dice il suo segretario regionale Ernesto Magorno. Perché non credergli… ma intanto eviti di utilizzare il coro del Nabucco per dare il benvenuto a Renzi in Calabria e non perché sia in uso ai leghisti ma perché se è vero che la strofa più nota è quella del «Va pensiero sulle ali dorate…», è altrettanto vero che l’inno prosegue con un’atroce descrizione del presente: «Oh mia Patria sei bella e perduta». Non proprio il massimo per una ripartenza. (0050)
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