I sindacati dei medici alla Lorenzin: «Venga all`Annunziata»
COSENZA «Le rinnoviamo l’invito, già inviatole nel gennaio scorso e a cui lei, riteniamo a causa degli onerosi impegni di governo e politici, non ha ancora risposto, a visitare l`ospedale “Annunziata…

COSENZA «Le rinnoviamo l’invito, già inviatole nel gennaio scorso e a cui lei, riteniamo a causa degli onerosi impegni di governo e politici, non ha ancora risposto, a visitare l`ospedale “Annunziata” di Cosenza, dove noi medici, da circa 3 mesi, siamo in stato di agitazione e abbiamo dato vita a un`occupazione simbolica della struttura». È quanto scrivono, in una lettera inviata al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, Teresa Papalia (Cgil Medici), Rodolfo Gualtieri (Cisl Medici), Francesco Reda (Uil Medici), Luigi Ziccarelli (Anaao), Gian Manlio Gagliardi (Fassid), Antonio Contaldo (Cimo), Anna Monardo (Aaroi), Cristina Giraldi (Anpo), Robert Tenuta (dirigenza sanitaria dell`Anaao).
«Nel frattempo – è scritto nella nota – la situazione, se possibile, si è ulteriormente degradata e gli interventi promessi sono rimasti lettera morta. Il rischio dell’implosione del sistema sanitario calabrese, qui all’Annunziata è diventato incombente per l’abbandono della Regione, anche sul piano tecnico-gestionale e l’inerzia del direttore generale. Protestiamo contro le carenze di organico – mancano 243 medici su 622 della dotazione organica, 28 dirigenti non medici su 52, 265 infermieri su 845 e 208 operatori socio-sanitari su 318 – che rendono difficile se non impossibile, come già rappresentato all’ex sottosegretario Fadda, fare il nostro lavoro al meglio e fornire un servizio idoneo ai cittadini che sempre più numerosi si rivolgono a noi, visto che anche la rete ospedaliera sul territorio, in virtù di un irrazionale piano di rientro, è stata notevolmente ridimensionata e in alcune aree azzerata. A queste carenze di organico – è questo, ministro, che ci preme sottolineare – la Direzione generale dell`ospedale risponde, dopo la nostra prolungata protesta, solo con 7 avvisi per medici (4 per il pronto soccorso e 3 per l’Anestesia), ignorando il cronoprogramma per un minimo di assunzioni in tutti i reparti dell’ospedale carenti di medici e infermieri, stabilito nel corso di una riunione in sede regionale tra una nostra delegazione sindacale e il presidente della Regione, nonché commissario ad acta per il piano di rientro, Scopelliti». «In sostanza – conclude la nota –, si intende incrementare di pochi medici solo il personale di pronto soccorso e dell’Anestesia, trascurando le esigenze di tutte le altre Unità ospedaliere in sofferenza, in attesa di un improbabile sblocco del turnover dopo l’ennesima, e quasi mai indolore, valutazione della situazione sanitaria calabrese da parte del Tavolo Massicci. E tutto questo lo si vuole fare in un ospedale hub (di riferimento regionale) sebbene lo stesso abbia ormai perso di fatto questa funzione, in cui a nostro parere i vuoti di organico in pronto soccorso non dovrebbero essere colmati, come succede da circa due anni, con turni aggiuntivi di medici di reparti che non si occupano di emergenza, che sono illogici e dispendiosi – cosa che potrebbe interessare la magistratura non solo contabile – e che rischiano di ridurre ulteriormente anche le risorse umane dei reparti di origine di quei sanitari impegnati anche in pronto soccorso. E se pensiamo che ciò avviene in un momento storico particolare in cui la Commissione europea ha sanzionato l’Italia per gli eccessivi turni di lavoro in regime ordinario cui sono già sottoposti i medici. non possiamo non tenere in considerazione l’aumento del rischio clinico che una situazione del genere comporta – turno nel proprio reparto e a seguire turno in pronto soccorso, o viceversa, per più 14 ore consecutive di lavoro – e il danno che si fa ai tanti giovani medici ancora senza lavoro. Ci faccia visita, signora ministro, per rendersi conto di persona della situazione estremamente difficile, sia sul piano lavorativo che organizzativo e strutturale, che dobbiamo quotidianamente fronteggiare e di come il piano di rientro abbia ormai messo definitivamente in ginocchio la nostra sanità. La aspettiamo a Cosenza perché siamo convinti che aprire un confronto con lei sia indispensabile e possa dare fiducia a tutti quei cittadini calabresi che hanno testimoniato anche con una firma (più di 10.000!) l’appoggio alla nostra iniziativa». (0050)