Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 17:09
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

«Mimmo, benvenuto nel Pd»

RENDE “Do il benvenuto a Mimmo Talarico nel Pd”, esordisce Pippo Civati scatenando l’applauso dei moltissimi rendesi venuti ad ascoltarlo, pur se sfiniti da una lunga attesa. Nella sala del Museo del…

Pubblicato il: 07/04/2014 – 22:10
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
«Mimmo, benvenuto nel Pd»

RENDE “Do il benvenuto a Mimmo Talarico nel Pd”, esordisce Pippo Civati scatenando l’applauso dei moltissimi rendesi venuti ad ascoltarlo, pur se sfiniti da una lunga attesa. Nella sala del Museo del Presente si ricompone una storia, quella di una sinistra smarrita anche in Calabria, fatta di esuli, di fratture, di forze sorelle che si sono guardate senza toccarsi. Quella sinistra che ti aspetti, fatta di cose di sinistra appunto, come “una equa distribuzione del reddito e il puntare sulla scuola e sul lavoro”, come dice Mimmo Lo Polito, sindaco di Castrovillari. Eretici dentro il Pd, al punto che pare qualcuno nel partito non abbia gradito l’uso del simbolo del partito per celebrare l’incontro della minoranza di sinistra con Gianni Speranza di Sel e l’ormai ex Italia dei valori Mimmo Talarico. Eppure questa è l’area politica che prende corpo e non solo in Calabria, “perché dobbiamo parlare con tutti e portare il Pd a sinistra”, chiosa il sindaco di Castrovillari. Si capisce sin da subito che Talarico non è per nulla una presenza inopportuna, che anzi c’è coerenza e continuità tra le persone e le storie, tra le idee e i progetti. E c’è anche lo spazio per una sagace battuta, quando Talarico chiede a Civati – il cui nome è il participio passato di “civare”, che in calabrese vuol dire cibare – di prendersi cura, appunto, della Calabria. Ma oltre questo c’è un filo che lega l’affermazione di Talarico, secondo cui “Scopelliti è il figlio di Loiero e di quelle scelte sbagliate” e la proposta di Civati di chiamare il sia pur anziano Stefano Rodotà e chiedergli di fare “il garante della buona politica in Calabria”.
Si tratta a ben guardare di due punti di vista contigui, secondo i quali l’appena decaduto governatore di destra è il prodotto del mediocre governo della sinistra che lo ha preceduto e per sfuggire a queste pessime pratiche magari ci vorrebbe un grande nobile vecchio. A dirla tutta basterebbero le primarie, ma vigilate e sincere, perché come dice Civati “ di cose strane ne ho viste parecchie qui in Calabria”.
Di stranezze Civati è ormai esperto e anche se fanno qualche volta sorridere sono imbarazzanti, per esempio la stranezza nel partito è rappresentata da lui perché parla con Rodotà, mentre il Pd a Roma è alleato con gli amici di Scopelliti e raccontarlo alla sinistra in Calabria fa un certo effetto, soprattutto se poi si vuole praticare “la pedagogia della legalità”.  Invece lui “vuole parlare con Talarico e Speranza”, vuole dare fiato a “quell’area di buon senso” cui aveva fatto riferimento Talarico e  che nelle auspicate primarie del centrosinistra deve trovare concretezza. Intanto le primarie a Rende non ci sono state affatto e Talarico lo ricorda con un certo disappunto, lui che certamente prepara una candidatura di sinistra in opposizione a quella espressione di Principe.
E così dalla roccaforte di Rende fino al governo del Paese il progetto della sinistra del Pd è di aprire il dialogo e ritrovare le alleanze, per meglio incalzare il partito sulle future scelte importanti. (0020)

Argomenti
Categorie collegate

x

x