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Ncd, il nodo della candidatura di Peppe alle Europee

COSENZA Il grande dilemma di queste ore è legato alla discesa in campo alle Europee di Peppe Scopelliti. Il governatore dimissionario non sa cosa fare. Quando prevale l’istinto, vorrebbe candidarsi p…

Pubblicato il: 08/04/2014 – 18:39
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Ncd, il nodo della candidatura di Peppe alle Europee

COSENZA Il grande dilemma di queste ore è legato alla discesa in campo alle Europee di Peppe Scopelliti. Il governatore dimissionario non sa cosa fare. Quando prevale l’istinto, vorrebbe candidarsi per dimostrare ad avversari e alleati una «forza elettorale che non è mai venuta meno». Quando, invece, prevale la ragionevolezza, riflette sul fatto che la condanna, seppur di primo grado, di recente incassata a Reggio Calabria, potrebbe rivelarsi un boomerang in campagna elettorale. «Se Peppe sarà in campo – mette le mani avanti Gianpaolo Chiappetta, capogruppo di Nuovo centrodestra in consiglio regionale – io farò un passo indietro. Non esiste minimamente che io e lui restiamo contemporaneamente in lista».
Chiappetta, insomma, è pronto al sacrificio per la causa. Se e quando dovrà farlo lo si capirà presto. Magari dopodomani, quando a Reggio Calabria arriveranno i vertici nazionali di Ncd – ma non il segretario e ministro dell’Interno Angelino Alfano – per una manifestazione (“La Calabria prima di tutto”) di sostegno al governatore azzoppato dalla pesantissima sentenza del “processo Fallara”. Chiappetta ne difende l’operato e rilancia sui buoni risultati ottenuti nel campo della sanità «dove il deficit è passato da 272 a 30 milioni in poco più di due anni». E lo stesso fanno gli altri big del partito in cinque conferenza stampa che si celebrano simultaneamente in tutte e cinque le province calabresi. La scelta di presentarsi davanti a microfoni e taccuini rientra nel contesto di una più ampia strategia mediatica con il chiaro intento di mostrare unità nel frangente politico e umano più delicato per Scopelliti.
Si parla della bontà dell’operato della giunta regionale ma è al segretario calbarese del Pd Ernesto Magorno, che vengono riservati i giudizi più duri. Fausto Orsomarso lo definisce «un venditore di pentole, buono solo per spot», Chiappetta lo invita a «stare tranquillo perché alle elezioni andremo nei tempi indicati dalla legge». Meglio concentrarsi sul presente, insomma. Per esempio sullo «sblocco – dice ancora il capogruppo degli alfaniani in consiglio regionale – di 380 assunzioni nella sanità per la prosecuzione del mantenimento dei Lea».
Il resto è tutto una critica feroce «all’incostituzionalità» della legge Severino, quella che a breve determinerà la sospensione di Scopelliti da presidente della Regione. Giovanni Dima, sottosegretario alla Protezione civile, la prende alla larga e ragiona sulla necessità di arrivare a una revisione della normativa «perché oggi è toccato a Peppe, domani potrebbe toccare a un esponente del campo avverso». È un inno al garantismo, quello dell’ex aennino. A cui si unisce Pino Gentile: «Non si facciano illusioni i nostri detrattori perché il nostro gruppo dirigente è tutto unito attorno a Scopelliti».
L’occasione è propizia per Gentile, alla prima uscita pubblica dopo lo scandalo che ha costretto suo fratello Tonino alle dimissioni da sottosegretario del governo Renzi, per ricordare che «in Calabria partiranno opere pubbliche per 2 miliardi» e che è stato «riaperto il bando per la metroleggera di Cosenza». Poi l’attacco a una «sinistra che non esiste. Parlano di primarie – conclude caustico Gentile – ma dietro gli annunci c’è solo il nulla». (0070)

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