Bindi-Bianchi, scintille in Commissione su Scopelliti
Confronto a muso duro, in Commissione parlamentare antimafia, tra la presidente Rosy Bindi e la deputata calabrese Dorina Bianchi (Ncd). Il contenzioso è esploso, improvviso ed inaspettato, al termin…

Confronto a muso duro, in Commissione parlamentare antimafia, tra la presidente Rosy Bindi e la deputata calabrese Dorina Bianchi (Ncd). Il contenzioso è esploso, improvviso ed inaspettato, al termine della riunione che la Commissione ha tenuto ieri pomeriggio per avviare la discussione sulla relazione inerente la riforma della legge istitutiva dell’Agenzia dei beni confiscati alle mafie.
Quando il dibattito sembrava concluso, la presidente Bindi ha ricordato che la Commissione torna a riunirsi domani per l’audizione del governatore della Lombardia Roberto Maroni. A tal punto è intervenuta Dorina Bianchi per chiedere che, vista la decisione di sentire Maroni, si estendesse l’invito anche a Giuseppe Scopelliti, nella qualità di presidente della Regione Calabria, posto che lo stesso, pur avendo a più riprese annunciato le sue dimissioni, di fatto è tuttora in carica.
Gelida la replica della presidente Bindi, che faceva notare come la normativa attuale, a prescindere dalla decisione di Scopelliti se e quando dimettersi, impone la sua sospensione dal ruolo di presidente della Regione Calabria in seguito alla condanna a sei anni di reclusione con in più l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. «Mi pare azzardato sentire Scopelliti – ha argomentato la presidente della Commissione antimafia – laddove una legge dello Stato lo inibisce».
Argomentazioni che non piacciono a Dorina Bianchi che ha insistito nella richiesta di convocare oltre che Maroni anche Scopelliti, alla fine la presidente Bindi ha deciso che della cosa si occuperà l’Ufficio di presidenza della Commissione antimafia, convocato per domani alle 13,30. A seguire ci sarà la programmata audizione di Roberto Maroni, la cui convocazione era stata decisa dopo la missione milanese della commissione antimafia e dopo i nuovi arresti collegati con la gestione dei lavori per Expo 2015. (0070)