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La scure della Procura sul clan Lo Giudice

REGGIO CALABRIA Sono richieste pesantissime quelle formulate dal pm Beatrice Ronchi al termine di dieci giorni di requisitoria contro i presunti capi e gregari della cosca Lo Giudice, alla sbarra ass…

Pubblicato il: 09/04/2014 – 13:56
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La scure della Procura sul clan Lo Giudice

REGGIO CALABRIA Sono richieste pesantissime quelle formulate dal pm Beatrice Ronchi al termine di dieci giorni di requisitoria contro i presunti capi e gregari della cosca Lo Giudice, alla sbarra assieme agli imprenditori che – stando all’impostazione della Procura di Reggio – li avrebbero agevolati nell’occultamento dell’impero economico di famiglia. È di 30 anni la pena richiesta per Luciano Lo Giudice, considerato mente economica e imprenditoriale del clan, mentre 26 anni di reclusione sono stati chiesti per Antonio Cortese, presunto armiere del clan, accusato di aver materialmente messo a segno vari attentati e danneggiamenti a diversi esercizi commerciali.
Per il pm Ronchi devono essere invece condannati a 25 anni di reclusione Giuseppe Reliquato e Bruno Stilo, considerati elementi di vertice del clan, mentre è di 21 anni la pena richiesta per Salvatore Pennestrì e di 14 quella chiesta per Fortunato Pennestrì. Due anni in meno sono stati invocati invece per il giovanissimo Giuseppe Lo Giudice, accusato di due diverse intestazioni fittizie, entrambe aggravate dall’articolo sette, da punire per la pubblica accusa con 12 anni di reclusione.
Non è considerato un affiliato, ma è durissima la pena chiesta per il capitano dei carabinieri Saverio Spadaro Tracuzzi, per la pubblica accusa responsabile di aver favorito il clan e per questo da condannare a 20 anni di reclusione. E sono severe anche le pene chieste per gli imprenditori che – stando all’impostazione accusatoria – nel tempo si sarebbero prestati a fare da teste di legno per permettere a Luciano Lo Giudice di nascondere il proprio milionario patrimonio. Il pm Beatrice Ronchi ha infatti chiesto al Tribunale presieduto da Silvia Capone di condannare a sette anni di reclusione Enrico Rocco Arillotta, mentre è di sei anni la pena richiesta per Antonino Arillotta, Giuseppe Cricrì e Antonino Spanò. Le richieste giungono al termine di una requisitoria fiume. Il pm Ronchi ha infatti chiesto e ottenuto dieci udienze per ripercorrere in dettaglio episodi, conversazioni, intercettazioni e testimonianze a carico degli indagati. Una ricostruzione minuziosa, nel corso della quale il sostituto ha anche chiesto la trasmissione degli atti in Procura per diversi testimoni, fra cui diversi investigatori, come l’ex comandante del Ros, Valerio Giardina, e il suo vice, Gerardo Lardieri, che hanno firmato di proprio pugno la cattura di Pasquale Condello. (0050)

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