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Bindi: necessaria una legge speciale per Reggio

REGGIO CALABRIA “Qui è necessaria una legge speciale. Questa città da sola non ce la può fare a risollevarsi. Mettendo insieme i dati dell’occupazione, del reddito, della penetrazione dei poteri mafi…

Pubblicato il: 29/04/2014 – 21:44
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Bindi: necessaria una legge speciale per Reggio

REGGIO CALABRIA “Qui è necessaria una legge speciale. Questa città da sola non ce la può fare a risollevarsi. Mettendo insieme i dati dell’occupazione, del reddito, della penetrazione dei poteri mafiosi in città appare evidente come si richiedano, oltre ad interventi in termini di forze dell’ordine e magistratura, anche di tipo economico e sociale”. Nonostante sia la presidente Rosy Bindi, sia deputati e senatori della commissione Antimafia abbiano più volte sottolineato le numerose, sprecate, potenzialità della Calabria e di Reggio, è un quadro a tinte fosche quello che viene fuori al termine della prima missione dei parlamentari in città. A distanza di sei mesi da quella prima riunione di dicembre – convocata a Reggio Calabria per mostrare la volontà di accendere i riflettori su una realtà criminale spesso additata come allarmante, ma forse non con altrettanta attenzione considerata al momento di disporre concrete misure di intervento – la Commissione è tornata in missione in città, specifica la Bindi, “perché la Calabria deve essere oggetto di particolare attenzione, perché è qui che esiste la mafia più potente. Per questo come commissione abbiamo deciso di fare delle missioni in tutte le province calabresi. Abbiamo cominciato da Vibo Valentia, adesso siamo a Reggio Calabria, ma proseguiremo perché la situazione è allarmante”. Un campanello che squilla – fino ad oggi inascoltato – per tutta la regione, ma diventa quasi assordante a Reggio Calabria, dove le elezioni per ridare al Comune sciolto per mafia dei rappresentanti eletti diventano, nelle parole del vicepresidente Claudio Fava, “il momento in cui ci si gioca un’idea complessiva di nazione, non solo chi amministrerà questa città, ma in che modo questa città deciderà di affrontare le intenzioni delle cosche mafiose che in questa città sono molto radicate e molto forti”.

ALLARME ELEZIONI
Parole pesanti, ma che all’esito dell’audizione del procuratore capo Federico Cafiero de Raho e dei suoi sostituti – che già nelle scorse settimane hanno più o meno velatamente lanciato l’allarme – si fondano su fatti, circostanze e dati concreti.  “La preoccupazione – sottolinea Fava – è che la ‘ndrangheta si stia preparando a correre in questa campagna elettorale, che si stia preparando a tornare o a stare al governo le istituzioni. La disponibilità di voti e la possibilità di utilizzare questi voti per avere una propria presenza e una propria rappresentanza nelle amministrazioni comunali è un’ipotesi che per la ndrangheta è in campo”. E il terreno su cui i clan si muovono – avverte il vicepresidente – non è stato ancora totalmente sanificato dalle precedenti infiltrazioni che hanno portato allo scioglimento. “Un lavoro di bonifica non così chirurgico, non così approfondito, non così efficace – che è stato la ragione per cui il Comune è stato sciolto – temiamo non sia stato ancora fatto”, denuncia Fava, alludendo a quella macchina amministrativa rimasta intatta nonostante le pesantissime segnalazioni a carico di alcuni funzionari e dipendenti presenti già nella relazione della commissione d’accesso, che l’attuale normativa sullo scioglimento dei Comuni non consente – allo stato – di rimuovere o toccare. Ma un richiamo, per bocca della senatrice Pd Lorenza Ricchiuti, arriva anche alla politica chiamata a fare profonda autocritica perché “lo situazione disastrata del Comune di Reggio Calabria è il risultato di anni e anni di malgoverno”. A tirare le fila ci pensa la presidente Bindi, che a nome della Commissione, dice “sui risultati del commissariamento, in questa fase sospendiamo il giudizio”.

A BREVE NUOVA LEGGE SULLO SCIOGLIMENTO
Di certo, anche alla luce della situazione emersa a Reggio Calabria – che la Commissione, interviene la senatrice Dorina Bianchi, continuerà a monitorare e ad approfondire – per la presidente Bindi “è necessario fare una proposta di modifica sulla legge di scioglimento dei Comuni, perché l’attuale normativa non è sufficiente. Abbiamo fatto un primo lavoro sui beni confiscati, il prossimo sarà sugli enti locali”. E se la legge richiede ritocchi – urgenti – anche gli uomini che sono chiamati ad applicarla hanno bisogno di rinforzi. Mancano procuratori, mancano giudici, mancano investigatori. E il piano anti-ndrangheta proposto dal ministero dell’Interno – sembra lasciarsi scappare la Bindi – non sembra essere in grado di colmare queste lacune. “L’investimento parte da quando i numeri coprono le piante organiche in difetto, perché sappiamo benissimo che qui siamo sotto organico da tutti i punti di vista, per quanto riguarda l’investimento in sicurezza. Ma questo è competenza del ministero dell’Interno, noi come Commissione possiamo solo fare proposte”.

EMERGENZA PIANA, ALLARME LOCRIDE
Eppure Reggio città non è l’unica fonte di preoccupazione per i parlamentari. Anche la Locride e la Piana – dicono – meritano attenzione, seguito, monitoraggio. A partire dal porto di Gioia Tauro “che è una delle cose più preziose che c’è in questa parte dell’Italia e dell’Europa, nonostante non sia stato fatto tutto il possibile perché sia utilizzato in maniera adeguata per lo sviluppo di questa terra. Ma è anche un problema. Il controllo ci deve essere, perché qui la droga passa, viene sequestrata, bisogna anche controllare chi ci lavora perché non è possibile che l’unico vantaggio vero per questa terra di quel porto venga alle cosche che se ne sono spartite il controllo”. Una situazione che la commissione ha ben presente, ma che non diventa – a parere della presidente – più allarmante per l’imminente arrivo delle armi chimiche siriane. “Al di là di quello che si possa pensare della questione, credo che l’arrivo delle armi chimiche a Gioia Tauro non romperà gli equilibri mafiosi. Di certo non risolve il problema delle infiltrazioni mafiose, ma non darà più potere alla ndrangheta. Credo sia un settore talmente controllato che non inciderà sugli equilibri mafiosi”. Anche se – incalza il senatore Molinari – “di certo appare paradossale che l’Autorità portuale ci venga a dire che di questa cosa non ne sa niente ed è completamente all’oscuro di tutta l’operazione”.  Ma uguale attenzione merita – a detta della Bindi – Polsi, un luogo fortemente simbolico tanto per la comunità come per la ‘ndrangheta, “che non può essere utilizzato per le loro riunioni, per affermare il loro potere. Per questo abbiamo avuto un’interlocuzione importante anche con i rappresentanti della Chiesa lì, perché come la ndrangheta non può usare la Chiesa, la Chiesa non può farsi usare dalla ‘ndrangheta”.

SCOPELLITI, “CULTORE DELLA MATERIA”
È solo in chiusura che la Bindi si concede una sferzata polemica, all’indirizzo dell’ex governatore Giuseppe Scopelliti, che dopo averle tanto annunciate, oggi ha dato le dimissioni. “Le sue dimissioni presentate all`ultimo momento utile sono state semplicemente un atto dovuto“, commenta la presidente, nelle settimane scorse era stata oggetto degli strali del governatore che – dimenticati i commenti al vetriolo con cui aveva salutato la presenza della commissione in città in dicembre – di recente aveva chiesto a gran voce di essere ascoltato. “Noi non abbiamo negato niente a nessuno – liquida la cosa la Bindi –. Semplicemente, come commissione avevamo deciso di sentire tutti i governatori a Roma, ma quando abbiamo iniziato le audizioni, a Scopelliti era già arrivata una condanna in primo grado che comportava la sospensione da governatore, quindi abbiamo ritenuto che non fosse il caso. Magari lo sentiremo come cultore della materia”. (0070)

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