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La maggioranza non molla il Consiglio

LAMEZIA TERME Quello di martedì prossimo potrebbe non essere l’ultimo consiglio regionale di questa legislatura. A Palazzo Campanella per dire l’ultima parola si attende l’arrivo del parere – ri…

Pubblicato il: 30/05/2014 – 22:00
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La maggioranza non molla il Consiglio

LAMEZIA TERME Quello di martedì prossimo potrebbe non essere l’ultimo consiglio regionale di questa legislatura. A Palazzo Campanella per dire l’ultima parola si attende l’arrivo del parere – richiesto agli esperti del ministero dell’Interno – sull’efficacia delle dimissioni di Peppe Scopelliti, arrivate dopo l’emanazione del decreto di sospensione dalle funzioni per effetto della legge Severino.
Si prende tempo, insomma. Nonostante dal ministero degli Affari regionali – altro dicastero a cui è stato chiesto di esprimere il proprio punto di vista – sia arrivato il via libera ovvero sia stata dichiarata la legittimità dell’atto firmato da Scopelliti lo scorso 29 aprile (è catalogato «tra gli atti volontari rientranti nella sfera personale del soggetto»), l’imperativo che circola nella maggioranza è quella di evitare ogni fuga in avanti. «Assumeremo assieme – anticipa il capogruppo dell’Udc Ottavio Gaetano Bruni – una decisione il 3 giugno. Per il momento è inutile fare previsioni». La melina continua e adesso la palla passa all’Aula. È vero che tra i punti all’ordine del giorno della riunione del Consiglio figura la presa d’atto delle dimissioni del presidente della giunta regionale ma ciò non significa che si procederà automaticamente.
Ma nella maggioranza di centrodestra che oggi si è riunita in un albergo di Feroleto Antico manca l’accordo pure sulla riforma della legge elettorale. «C’è uno sfilacciamento generale», si lascia scappare uno dei partecipanti al summit. La quadratura del cerchio non è stata trovata su nessun punto. A dividere maggiormente è la riduzione dei collegi elettorali, misura che si rende necessaria considerato che dalla prossima legislatura i consiglieri regionali passeranno da 50 a 30.
Il timore, espresso soprattutto dai rappresentanti di Crotone e Vibo Valentia, è che con il ritorno alle vecchie tre circoscrizioni (Cosenza-Catanzaro-Reggio Calabria) vengano penalizzate i territori più piccoli ovvero quelli con una popolazione inferiore rispetto ai tre storici capoluoghi di provincia. Anche su questo versante si arriverà in Aula senza una linea precisa. E, dunque, è possibile che si possano trovare intese inedite e accordi impensabili alla vigilia. Per la legge elettorale, infatti, non sono necessarie maggioranze qualificate come per le modifiche statutarie. Alla fine, comunque, è probabile che si torni con la legge attuale previo innalzamento della soglia di sbarramento sia di coalizione che di singole liste, introduzione di più preferenze ed attribuzione al presidente del consiglio regionale del diritto-dovere di indire i comizi elettorali.
Non c’è certezza nemmeno per quanto riguarda l’assestamento di Bilancio che è stato licenziato nella giornata di ieri dalla giunta regionale. Una parte dei consiglieri spinge per un passaggio in commissione prima dell’approdo in Consiglio ma i tempi stretti non lo consentono. La sensazione è che se modifiche ci saranno, queste verranno apportate direttamente martedì. Dei circa 119 milioni che movimenterà la manovra, gran parte verranno ripartiti nel settore delle politiche sociali e delle infrastrutture; 15 milioni andranno al settore dei trasporti, 26 per pagare gli stipendi dei forestali e 28 milioni verranno destinati al consiglio regionale per le spese di funzionamento. Il resto dovrebbe servire per chiudere la partita dei derivati finanziari, che tanti grattacapi hanno creato nel corso di questi anni alla Regione.
Scontro frontale, infine, per quanto riguarda la vertenza dei lavoratori di Calabria.it. L’assessore regionale Demetrio Arena ha provato a illustrare l’attività portata avanti finora per salvare i livelli occupazionali dell’azienda ma è stato contestato in maniera vibrante da Aurelio Chizzoniti. La calma è stata raggiunta solo dopo che il presidente della commissione di Vigilanza ha annunciato voto contrario all’assestamento di Bilancio e l’autosospensione dalla maggioranza: «ho deciso di autosospendermi dalla maggioranza sino a quando: non saranno revocate le lettere di licenziamento dei 132 dipendenti di Calabria IT; non saranno recuperate sino all’ultimo centesimo i notevoli importi dovuti da De Rose ed altre aziende; non interverranno le dimissioni dalla giunta dell’assessore Arena i cui parametri operativi sono incompatibili con i miei valori etici per cui la presenza in giunta dello stesso la ritengo quantomeno immorale anche perché l’assessore Arena resta il sindaco di un comune, a torto o a ragione, sciolto dal governo e successivamente dichiarato in due gradi di giudizio in candidabile. Se penso che l’avvocato Luigi Tuccio per via di una “para suocera” è stato costretto alle dimissioni da assessore proprio dall’ex sindaco di Reggio Calabria mi domando quale sia la filosofia morale che ispira lo sfacciato Demetrio Arena». Certo che sono davvero lontani i tempi delle riunioni in cui Scopelliti faceva e disfaceva tutto a suo piacimento…

Antonio Ricchio

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