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Il silenzio di Loiero

Cosa hanno in comune Peppe Scopelliti e Agazio Loiero? Molto poco, si è portati a pensare, e forse è anche vero se si resta ai rigidi canoni della politica. Se, invece, si va su un terreno diverso, a…

Pubblicato il: 09/06/2014 – 22:00
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Il silenzio di Loiero

Cosa hanno in comune Peppe Scopelliti e Agazio Loiero?
Molto poco, si è portati a pensare, e forse è anche vero se si resta ai rigidi canoni della politica. Se, invece, si va su un terreno diverso, ad esempio i rapporti con l’editoria e quello con i giornalisti, ecco che qualche punto di contatto e qualche elemento di assonanza affiora.
Non è un mistero, ad esempio, che sia Loiero che Scopelliti apprezzino molto Piero Sansonetti e la cosa certamente non è riprovevole, perché Sansonetti è un professionista con un’impronta sicuramente originale e facilmente distinguibile.
È dimostrato dai fatti che forti convergenze, tra gli ultimi due governatori della Calabria, esistono anche nella valutazione degli uomini da utilizzare negli uffici stampa regionali: è forse l’unico settore dove Scopelliti ha aggiunto, ma non ha sostituito, rispetto agli organici preesistenti.
E sia Loiero che Scopelliti non hanno lesinato finanziamenti e contributi al sempre deficitario (dal punto di vista dei bilanci, intendiamoci) mondo dell’editoria calabrese. Gli editori di riferimento non hanno dovuto bussare a lungo per trovare aperte le porte degli assessorati e men che meno quelle degli enti subregionali, dall’Arpacal a Fincalabra, passando per Field e Calabria Etica.
Magari hanno dovuto mischiare informatizzazione con speculazioni immobiliari, giornali con salsicciotti, ma non sono mai venuti meno quando si trattava di dare una mano, sotto qualsivoglia forma, per il trionfo della pluralità dell’informazione in Calabria.
Rischiamo noi stessi, come piccola ma cocciuta realtà giornalistica non meno cocciutamente indipendente, di finire col rappresentare un punto di contatto tra Loiero e Scopelliti: il secondo continua a farneticare di soldi datici dal primo sotto, non si sa bene quale, forma e attraverso quale intreccio societario o di azionariato diffuso.

Il primo, che pure in questi anni ha sempre replicato colpo su colpo alle «falsità» che il suo successore narrava riferendosi alla gestione ereditata, si astiene dal farlo adesso che Scopelliti lo accusa di avere usato «soldini, tanti soldini…» (ovviamente prelevati dalle casse regionali), per non essere attaccato dalla potente lobby di chi, epurato dagli editti del “modello Reggio”, ha trovato spazio e libertà nel Corriere della Calabria.
In attesa che nelle eternamente promesse «sedi opportune» compaiano sia Scopelliti con le prove delle sue calunnie e sia Loiero che nel reato di illecito finanziamento avrebbe «concorso», possiamo soltanto sforzarci di comprendere che cosa ha di sbagliato il nostro modo di intendere il giornalismo e l’informazione. E ci interroghiamo a fondo per capire cosa ci rende brutti, sporchi e cattivi all’occhio dei potenti. Sia di quelli targati centrodestra che di quelli targati centrosinistra.
Andiamo, nel cercare una risposta, alla rivisitazione del nostro lavoro. In effetti cogliamo molte disdicevoli diversità. C’è, ad esempio, un modo di fare giornalismo non sincronizzato e poi ne esiste un altro, invece a presa diretta. Quello non sincronizzato attende che il potente sia nella polvere prima di riferire le cose disdicevoli che lo riguardano. L’altro non attende, lo fa nell’immediatezza. Capita così che alcune notizie i calabresi, senza il nostro giornalismo “lobbistico”, non le avrebbero mai sapute. Nel caso di Loiero, ad esempio, non avrebbero mai saputo delle chiacchierate intercettate dalla Procura di Napoli e relative alla realizzazione, con Saccà, della cittadella cinematografica di Lamezia Terme. Nel caso di Scopelliti non avrebbero mai saputo della sua orgogliosa frequentazione con il boss Paolo Martino in quel di Milano.
Roberto Saviano ha atteso fino ad oggi per scrivere che la ‘ndrangheta comanda a Milano e che Martino ne era l’autorevole ambasciatore. Noi lo scrivemmo nell’estate del 2010 e fu il nostro ultimo atto “lobbistico” prima di essere messi alla porta.

PS. Scopriamo un altro punto di contatto tra Loiero e Scopelliti: entrambi non resistono al fascino che emana il salotto televisivo di Antonella Grippo. Così, nella puntata di venerdì prossimo sarà ospite della trasmissione “Perfidia” Agazio Loiero che troverà ancora calda la poltrona da ultimo occupata proprio da Peppe Scopelliti. Più o meno perfidamente, non vogliamo certo influenzare la non influenzabile conduttrice del fortunato programma, Antonella Grippo potrebbe magari chiedere lumi a Loiero su finanziamenti vagheggiati dal suo indispettito successore. (0050)

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