REGGIO CALABRIA È un Mimmo Battaglia al veleno quello che commenta le primarie del centrosinistra a Reggio, nelle quali si è classificato secondo dietro a Giuseppe Falcomatà, che porta a casa la vittoria grazie a circa 200 voti di scarto. Battaglia, malgrado nelle ultime settimane il richiamo all’unità della coalizione sia stato una costante, non evita di denunciare brogli e di accusare gli alleati di aver portato avanti una campagna mediatica denigratoria nei suoi confronti.
«Nonostante la straordinaria partecipazione di oltre 16mila cittadini – attacca il consigliere provinciale –, le primarie non hanno consegnato un dato chiaro e netto circa la volontà di scelta del prossimo candidato, fotografando una sostanziale parità dei due candidati del Pd». Il confronto elettorale, soprattutto nell’ultima settimana, è stato però «segnato da un’aggressione, non solo mediatica, che in silenzio ho subito e ha disorientato una moltitudine di elettori, “condizionando” la libera espressione del voto». Battaglia parla di consultazioni «caratterizzate da manovre subdole per attribuirmi, nonostante la mia storia trasparente, scorciatoie mai percorse. Di fatto è stato scientemente e strumentalmente confuso il mio sforzo di intercettare gli elettori moderati, apostrofandomi come l’uomo degli accordi, e questo in una città dove circa il 70% degli elettori ha, nel tempo, tributato ogni successo al centrodestra».
Affermazioni etichettate come «misere e strumentali» e alle quali «avrei potuto rispondere con gli stessi toni, ma non l’ho fatto e non lo faccio per stile personale e per sintonia con lo spirito delle primarie. Per lo stesso motivo, all’estemporanea variazione degli orari di apertura e chiusura dei seggi non mi sono frapposto nonostante le diffuse anomalie nei seggi non ci lasciano tranquilli circa la correttezza delle operazioni di voto».
Secondo Battaglia il risultato divide (sommando i consensi dei candidati non del Pd) «in tre parti i voti, registrando una sostanziale parità tra i primi due che di fatto non legittima nessuno. Infatti, queste primarie, consegnano un risultato parziale, esiguo, per il quale sarà necessario compiere enormi sforzi per riconciliare la città». L’ex candidato non vuole però tirarsi fuori dalla mischia: «In questo momento, agli oltre seimila elettori liberi e fuori dalle logiche dei partiti che mi hanno dato fiducia e a quanti in queste ore ci esprimono amicizia e vicinanza, diciamo che siamo e restiamo in campo con il nostro impegno caratterizzato dalla ferma volontà di unire e non di dividere, di dialogare e non di offendere». L’ultima bordata è indirizzata alla nomenclatura del Pd reggino, «schierata chiaramente alle primarie» e che «ha inteso regalare alla città un’ennesima stagione tutta giocata sul terreno della disputa personale e non a difesa degli interessi di Reggio e dei suoi cittadini». Insomma, non il modo migliore per iniziare il percorso verso le elezioni d’autunno.
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