Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 20:07
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Processo Cacciola, pesanti le richieste dell'accusa

REGGIO CALABRIA Sono richieste di pena severe quelle avanzate dai sostituti procuratori Giulia Masci e Giovanni Musarò al termine della propria requisitoria nel processo abbreviato Onta, il procedime…

Pubblicato il: 11/07/2014 – 20:37
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Processo Cacciola, pesanti le richieste dell'accusa

REGGIO CALABRIA Sono richieste di pena severe quelle avanzate dai sostituti procuratori Giulia Masci e Giovanni Musarò al termine della propria requisitoria nel processo abbreviato Onta, il procedimento che vede alla sbarra i familiari della testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola, morta suicida nell’agosto del 2011, e uno dei legali della donna. È di sette anni la richiesta di pena avanzata dai pm per Michele e Giuseppe Cacciola, il fratello e il padre di Cetta, mentre è di 5 anni e 6 mesi la pena invocata per la madre, Anna Rosalba Lazzaro. Infine, è una condanna a 5 anni quella invocata per l’avvocato Vittorio Pisani. Per tutti, le accuse sono pesantissime. Se ai familiari della testimone di giustizia, già condannati dal Tribunale di Palmi per diversi episodi di maltrattamento, i pm contestano il reato di violenza privata aggravata dalle modalità mafiose per aver obbligato la donna a recedere dal percorso di collaborazione intrapreso, non meno gravi sono le accuse a carico dell’avvocato, accusato – insieme al collega Gregorio Cacciola, che ha scelto di difendersi nel procedimento con rito ordinario – di aver curato la falsa confessione con cui Cetta, pochi giorni prima di morire dopo aver ingerito una dose letale di acido muriatico, aveva smentito le dichiarazioni fatte ai magistrati contro il clan Bellocco. Per i pm, Pisani è colpevole per aver fornito «un contributo di natura morale nella qualità di consigliori di ogni mossa compiuta dai Cacciola» prima per rintracciare la donna, quindi per convincerla a smentire le pesantissime dichiarazioni fatte tanto a carico dei familiari, come del potentissimo clan Bellocco, attorno al quale tanto i parenti della donna, come lo stesso legale sono ritenuti a vario titolo vicini. Una tesi suffragata dalle pesantissime dichiarazioni del pentito Salvatore Facchinetti, che ha accusato Pisani, imputato in un procedimento penale insieme al padre per il reato di truffa ai danni della Comunità europea, di avere agito per conto dei Bellocco. Accuse che rendono ancora più complessa la difesa del legale, storico difensore del clan di Rosarno, coinvolto dal collega Cacciola nella “gestione” della delicata situazione della parente. «L’unico motivo plausibile – scrivevano infatti i magistrati nell’ordinanza di custodia cautelare emessa a carico del legale – era ricollegabile alla volontà di ridurre il rischio di ritorsioni da parte dei più blasonati parenti, mettendosi a loro disposizione per limitare gli effetti delle devastanti dichiarazioni di Maria Concetta affidandosi alla competenza ed alla conoscenza del citato professionista».

 

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

Argomenti
Categorie collegate

x

x