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Il Pd: cambiare la legge elettorale prima del voto

REGGIO CALABRIA Andare al voto con la legge elettorale appena impugnata dal governo? Sarebbe una pessima idea. Perché, tra le altre cose, “qualora la Corte costituzionale pronunciasse successivamen…

Pubblicato il: 13/07/2014 – 14:27
Il Pd: cambiare la legge elettorale prima del voto

REGGIO CALABRIA Andare al voto con la legge elettorale appena impugnata dal governo? Sarebbe una pessima idea. Perché, tra le altre cose, “qualora la Corte costituzionale pronunciasse successivamente l’illegittimità della stessa, il nuovo consiglio regionale potrebbe risultare avvolto in un alone di illegittimità e certamente sarebbe debole politicamente. Le grandi emergenze civili, sociali ed economiche della Calabria, invece, richiedono elezioni subito per avere un consiglio forte politicamente e legittimato ad agire con rapidità ed efficacia”. La risposta del Partito democratico ai propositi del centrodestra – che voterebbe a novembre utilizzando la nuova norma – arriva con una nota di Sandro Principe, Antonio Scalzo e Demetrio Naccari Carlizzi, consiglieri di area renziana. I tre ricordano che “il gruppo del Partito democratico in seno al Consiglio Regionale della Calabria, ha già presentato un disegno di legge di modifica statutaria per l’eliminazione della figura del consigliere supplente, e una proposta di legge di modifica della legge elettorale per riportare la soglia di sbarramento dal 15 all’8%”.
Due modifiche che sembrano quasi auspicate dalle osservazioni del Consiglio dei ministri, che “ha impugnato presso la Corte costituzionale sia la modifica dello Statuto che istituisce il consigliere supplente, sia la legge elettorale per riportare la soglia di sbarramento all’8%”. Per il Pd c’è solo una strada percorribile: “Chiederemo che nel prossimo consiglio regionale, già convocato per il 18 luglio, vengano inserite all’ordine del giorno le nostre due succitate proposte di legge, affinché possano trovare l’accoglimento dell’aula. In tal modo, si eviterebbe il giudizio della Corte costituzionale, che sarà certamente negativo (per come si evince da numerose pronunce su analoghe fattispecie), e si scongiurerebbe ogni incertezza sulla legittimità del futuro Consiglio Regionale”.
Le posizioni non potrebbero essere più distanti.

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