COSENZA Da oggi, fino a venerdì 25 luglio gli avvocati penalisti del Foro di Cosenza sono in sciopero. Si asterranno da ogni attività difensiva in seguito a un episodio che ha suscitato scalpore e indignazione nel corso di una udienza che si è tenuta il sette luglio scorso. Era in corso un processo con più imputati e con numerose parti offese. Le parti civili stavano depositato i relativi atti di costituzione di parte civile e i difensori di alcuni imputati stavano formulando opposizione all’ammissione delle stesse parti civili, ognuno motivando diversamente. E qui è avvenuto l'”incidente” che ha dato il via allo sciopero. Un difensore ha esposto la propria richiesta di esclusione delle parti civili usando l’espressione «copia e incolla» per indicare il fatto che – si legge nel documento prodotto dalla camera penale – l’elenco dei nominativi delle persone offese era perfettamente sovrapponibile all’indicazione dei soggetti offesi in altri reati. Questa osservazione avrebbe scatenato la reazione del pubblico ministero il quale «interpretando erroneamente l’intervento del difensore in ordine al richiamo alla cosiddetta tecnica del “copia ed incolla”» ha chiesto la trasmissione degli atti in Procura considerando «oltraggiosa nei confronti della Procura della Repubblica» la condotta del difensore.
L’ipotesi di reato che il magistrato ravvisa riguarda l’articolo 343 del codice penale: «chiunque offende l’onore o il prestigio di un magistrato in udienza è punito con la reclusione fino a tre anni». L’avvocato difensore si è affrettato a precisare che «l’espressione da lui utilizzata di copia e incolla non era intesa come offensiva nei confronti della P.G e dell’Ufficio di Procura». Un altro avvocato presente, anche in qualità di rappresentante dell’ordine degli avvocati di Cosenza, ha chiesto al Gup la trasmissione del verbale dell’udienza al consiglio dell’ordine degli avvocati. Altri legali sono intervenuti in qualità di rappresentanti della Camera penale. Il giudice per l’udienza preliminare ha quindi deliberato in merito alla richiesta del pm, disponendo la trasmissione del verbale dell’udienza alla Procura. A questo punto la Camera penale, considerando troppo dura la reazione lesiva della libertà dell’avvocato, violando l’articolo 24, comma due, della Costituzione, ha deciso di indire lo sciopero che si terrà fino al 25 luglio.
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