Il governo dovrebbe «esercitare i poteri sostitutivi, destituendo dalle funzioni illegittime Antonella Stasi e dichiarando nulli gli atti prodotti dalla stessa». Questo perché la presidente facente funzioni della giunta regionale, «sia rispetto alle leggi costituzionali vigenti che alle normative sui conflitti di interesse, non può in alcun modo ricoprire l’incarico di presidente facente funzioni della regione Calabria». Colpa delle attività imprenditoriali di suo marito, Massimo Marrelli, «che opera nel settore sanitario e ha avuto, addirittura, di recente, autorizzazione e accrediti per un polo oncologico a Crotone». L’interrogazione parlamentare di Ferdinando Aiello (Pd) si concentra su ciò che è accaduto in Calabria dalle dimissioni dell’ex governatore Scopelliti in poi. E ricorda che, da allora, «nel periodo di “ordinaria amministrazione”», la Stasi «si è resa protagonista della nomina a presidente di Fincalabra Spa, la banca pubblica calabrese, di Luca Mannarino che, secondo quanto riportato dalle deliberazioni dell’ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale , è non solo sprovvisto di titoli ma addirittura ha violato il decreto del presidente della Repubblica 455 del 200, non autenticando nemmeno la domanda autocertificata in sede di presentazione dei curricula». Una nomina in chiaroscuro, dunque. Non è l’unica perché, secondo Aiello, la Stasi, «sempre in regime di ordinaria amministrazione e in una Regione sottoposta ai vincoli del piano di rientro, ha provveduto a nominare illegittimamente il direttore generale dell’azienda universitaria Mater Domini di Catanzaro e starebbe effettuando un altro blitz per confermare il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Cosenza, Paolo Gangemi». Per il deputato del Pd «tutto questo accade in palese regime di conflitto di interessi, atteso che le singole aziende sanitarie predispongono i budget per le prestazioni ai privati accreditati, tra i quali spiccano le cliniche Marrelli». (0020)
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