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La morte di Mary e quei piani, inattuati, per la sicurezza

La barbara uccisione di questa giovane donna, appena trentunenne, è uno dei peggiori drammi che possono verificarsi innanzitutto in una famiglia ma anche nella comunità in cui si vive. Lo scon…

Pubblicato il: 22/08/2014 – 9:18

La barbara uccisione di questa giovane donna, appena trentunenne, è uno dei peggiori drammi che possono verificarsi innanzitutto in una famiglia ma anche nella comunità in cui si vive. Lo sconcerto è stato ampio, indignazione e rabbia grandi contro il responsabile dell’uccisione, il movente, secondo l’ipotesi delle forze dell’ordine, derivante da arcaiche formazioni culturali. L’uccisione avviene mentre la società attraversa un profondo disagio economico, sociale e in un territorio – la Locride – a grande rischio criminale dove si uccide, si attenta ad imprenditori, professionisti, cittadini, si intimidiscono amministratori, si utilizzano mezzi violenti per esercitare il dominio della criminalità organizzata nei vari settori economici in crisi, sanità nel caos, servizi degradati o assenti, rapporti sociali difficili, diritti negati.
Sarebbe improbabile tanta violenza contro le donne, bambini, anziani, persone senza colpe, se alla violenza della criminalità organizzata, radicata, pericolosa, non si fossero aggiunti drammi, conflitti familiari, difficoltà di diversa natura creando e ingigantendo incomprensioni e problemi causati dalla crescente crisi.
Per questo, senza perdere tempo, le istituzioni preposte devono agire con urgenza nelle due direzioni: garantire sicurezza e convivenza civile attuando il tanto sbandierato Piano del ministro dell’Interno Alfano (cosa è stato previsto e attuato per la Locride e la provincia di Reggio?) e con un serio progetto e interventi economici del Governo nazionale per fare uscire dall’isolamento e dall’abbandono il territorio.
Non bastano parole di circostanza e di affetto nei confronti della famiglia Cirillo, che certamente ci saranno alle esequie di Mary, ma atti e fatti per non rendere vano il sacrificio anche di questa giovane vita. E’ auspicabile che l’invito rivolto all’assassino di consegnarsi alle autorità sia accolto ma anche mobilitarsi, come cittadini, per collaborare con le forze dell’ordine per non lasciare libero chi si è macchiato di un gravissimo delitto, avviare il processo e fare espiare la pena prevista.

 

*Presidente Comitato interprovinciale per il Diritto alla Sicurezza

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