REGGIO CALABRIA Le polemiche sulla prossima nomina, da parte della giunta regionale, dei manager sanitari, non sono finite. Ieri, l’assessore al Personale Mimmo Tallini ha spiegato che le poltrone saranno riempite, rispondendo ai consiglieri democrat Demetrio Naccari Carlizzi e Sandro Principe. Oggi arrivano le controrepliche. Naccari ricorda che la decisione della giunta si basa sul parere di due dirigenti, “uno dei quali ha l’onore di ritrovarsi elencato nella relazione Mosella e l’onere della richiesta di restituzione di oltre 500 mila euro. A nulla rileva, per assessore Tallini, il parere d’ufficio formalmente espresso proprio dal dirigente generale del suo assessorato che ritiene non possibile la nomina di dirigenti apicali da parte di una giunta in regime di prorogatio”.
“L’assessore Tallini, nonostante la sua versatilità politica, dimostra – continua Naccari – di non conoscere, ancorchè utilizzato a piene mani dalla sua stessa giunta, l’istituto del commissariamento a tempo determinato di cui gli ricordiamo i casi più recenti (commissario Asp Vibo Valentia, commissario Asp Reggio Calabria, commissario Ao Mater Domini) che rappresenta lo strumento corretto e legittimo per superare l’attuale fase di transizione politico-istituzionale senza prevaricazioni e nel rispetto di quelle che saranno le scelte dei calabresi”.
“Ma parlare di correttezza e legittimità con l’assessore Tallini – continua il consigliere – ci sembra tempo perso anche perché lo stesso confonde lo scandalismo e il giustizialismo con il normale ricorso all’autorità giudiziaria per il ristabilimento della legalità.
Ma una cosa ci è poco chiara. L’assessore Tallini afferma che noi speriamo “che qualcuno, nei Palazzi di giustizia, raccolga le nostre insinuazioni e metta in moto l’aiutino esterno per fare vincere le elezioni ad un centrosinistra confuso ed incapace di produrre sia pure uno straccio di proposta politica”. Fermo restando che la nostra proposta di mandare a casa questa Giunta è già una grandissima proposta politica per il bene dei calabresi ci chiediamo da dove avrà mutuato l’assessore Tallini il concetto di una Magistratura subalterna e asservita alla politica. Forse l’assessore non ha chiari i poteri di sindacato ispettivo concessi ai consiglieri regionali sugli atti di giunta e del Consiglio cosi come sancito dal regolamento interno del consiglio regionale, e confonde l’esercizio di tali poteri che si espletano attraverso interrogazioni ed accesso agli atti con pure e semplici insinuazioni”.
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