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Rifiuti, Chizzoniti si autodenuncia

Non si arresta la polemica nata attorno al Piano rifiuti, il progetto di riordino del servizio di gestione della spazzatura approvato a inizio agosto dal consiglio regionale, ma monco del sub-emendam…

Pubblicato il: 27/08/2014 – 14:58
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Rifiuti, Chizzoniti si autodenuncia

Non si arresta la polemica nata attorno al Piano rifiuti, il progetto di riordino del servizio di gestione della spazzatura approvato a inizio agosto dal consiglio regionale, ma monco del sub-emendamento – stralciato e rispedito all’esame della commissione Bilancio – tanto caro all’assessore regionale Francesco Pugliano, con cui si istituirebbe la contabilità speciale per il settore. Una vittoria personale del presidente della Commissione di vigilanza, Aurelio Chizzoniti, ma che ha fatto volare gli stracci nella maggioranza e ha dato il via a una velenosa polemica a distanza fra il battagliero legale e l’assessore di settore. E se a Chizzoniti poco o nulla sono piaciute le pubbliche e poco sibilline allusioni di Pugliano a «chi vuol mantenere il disordine», «chi vuole la normalizzazione del sistema rifiuti e chi invece no» o all’ancor più chiaro «disinteresse che contagia pezzi importanti della mia maggioranza», è probabile che non si debba aspettare molto per sapere come l’assessore prenderà l’autodenuncia del presidente della Commissione di vigilanza.

 

«SE E’ UN DEMERITO MI AUTODENUNCIO» Questa mattina Chizzoniti si è presentato in Procura per autodenunciarsi per «l’eventuale rilevanza penale del voto, delle opinioni espresse e del modus operandi assunti in consiglio regionale e nella IV commissione consiliare nel contesto del tormentato iter volto all’approvazione della legge di riordino del comparto dei rifiuti in Calabria». Una denuncia, o meglio un’autodenuncia – «se è un merito l’istante lo rivendica, se è un demerito se ne assume interamente le responsabilità», rivendica il presidente della Commissione di vigilanza – accompagnata da un corposo plico di allegati, come da una dettagliata richiesta istruttoria, con cui il noto legale ha invitato i magistrati non solo chiamare a riferire una serie di persone legate alla vicenda (dallo stesso Pugliano, al consigliere Mario Magno) o testimoni qualificati del dibattito al riguardo in consiglio regionale e non solo (dal presidente dell’assemblea Francesco Talarico a tutti i capigruppo), ma soprattutto a «individuare i titolari delle ditte e le proiezioni delle stesse che in atto operano nel comparto rifiuti della regione Calabria, verificando – previa acquisizione – la legittimità dei relativi contratti e quant’altro utile all’accertamento della verità», e a «sequestrare ex art 253 cpp per evidenti esigenze probatorie volte alla tutela e alla conservazione della prova tutta la documentazione afferente le somme eventualmente già anticipate dall’ingegnere Gualtieri per pagamenti a diverse imprese per spese ordinarie e non emergenziali». Un invito a nozze per la Procura che da tempo ha inaugurato un prolifico filone di indagine sulla gestione dei rifiuti nella provincia.

 

LA BATTAGLIA DI CHIZZONITI Chizzoniti denuncia poi una «diabolica finalità perseguita attraverso l’articolo 7 coincidente con il malcelato intento di estendere la contabilità speciale oltre il perimetro delle attività già programmate». Una battaglia molto cara all’assessore Pugliano e che così sintetizza Chizzoniti nel corposo testo dell’autodenuncia, in cui ricorda passo passo il complesso “parto” del disegno di legge, a partire dalla discussione in commissione. Un testo avversato fin da subito dal noto legale, che nell’aprile scorso ha presentato una documentata memoria – da intendersi quale specifico corpo di emendamenti – per sottolineare criticità e dissenso rispetto al progetto presentato. Emendamenti su cui la commissione ha preferito aggiornare la discussione, ma – si sottolinea nell’autodenuncia – «per ben tre mesi la commissione mai è stata convocata sul punto e nessuno ha sollevato particolari problemi in ordine a quella che è diventata ex post una urgentissima quanto indifferibile approvazione del richiamato disegno di legge». Parole a sostegno delle quali Chizzoniti ricorda che «nella notte fra il 24 e il 25 giugno l’assessore Franco Pugliano, delegato all’Ambiente, ha cercato di far approvare frettolosamente e fuori sacco (perché non inserita all’ordine del giorno) il disegno di legge sui rifiuti giacente inutilmente in commissione da oltre tre mesi». Un’iniziativa stoppata dalle plateali proteste di Chizzoniti e dalla decisione dell’assemblea, che ha rispedito il testo alla IV commissione, che ne ha modificato in più punti l’impianto, e ha a sua volta inviato al Consiglio un progetto di legge differente da quello inizialmente licenziato. Al centro del lavoro di riforma, oltre al contestato regime di contabilità speciale, si metteva in discussione lo strapotere della giunta sulla gestione del piano. Ma il 21 luglio, quando il testo è stato messo in discussione in Assemblea, le modifiche erano sparite, o erano state edulcorate. «Incidente tecnico connesso alla memoria del computer» è stata la versione ufficiale, ma qualche settimana dopo, mentre la commissione era intenta a rimettere mano al testo, a far saltare il banco ci ha pensato l’assessore Pugliano, che da Catanzaro non ha esitato ad attaccare i consiglieri regionali – sottolinea Chizzoniti – «della stessa maggioranza alla quale appartiene», accusandoli «di remare contro e di preferire il caos nel settore rifiuti adombrando a carico degli stessi oscuri interessi».

 

NUOVE BOCCIATURE, MA PUGLIANO INSISTE Tuttavia, nel frattempo, a bocciare sonoramente il ricorso alla contabilità speciale previsto nell’originario progetto di legge ci hanno pensato anche Pietro Manna, dirigente generale del dipartimento Bilancio, come pure la relativa commissione, presieduta da Candeloro Imbalzano, ai cui lavori ha partecipato anche il direttore generale del dipartimento Ambiente, Gualtieri. E proprio in quella sede, quest’ultimo – ricorda Chizzoniti – «frigido pacatoque animo e senza tentennamenti ha sorprendentemente affermato: “Secondo me l’art. 7 (relativo alla contabilità speciale, ndr) si può cassare”. Bocciature che non hanno convinto l’assessore Pugliano, che in commissione Bilancio prima e in Conferenza dei capigruppo poi, ha continuato a difendere la propria posizione sostenendo – si legge nel testo depositato oggi in Procura – che «la non approvazione della contabilità speciale avrebbe sconvolto il sistema dei rifiuti per cui lo stesso in sostanza chiedeva di essere legittimato a gestire ben cinquanta milioni di euro senza indicare neanche l’allocazione in un qualsivoglia capitolo di bilancio». Questione chiusa? Neanche a parlarne.

 

«LOGICHE PERVERSE» DIETRO LA CONTABILITA’ SPECIALE Il presidente Gallo – non esita a mettere nero su bianco Chizzoniti – «che appena in data 4 agosto si era battuto per la cancellazione dell’improponibile contabilità speciale, ha incredibilmente presentato in aula gli emendamenti tesi a legittimare detta operazione per la quale si è battuto ultra vires l’assessore Pugliano già fustigatore di numerosi consiglieri di maggioranza dissenzienti divenuti sic et simpliciter “cultori” del caos rifiuti, salvo poi ritirarli». Un’iniziativa bollata dal presidente della Commissione di vigilanza con parole durissime: «L’anedottica che precede e la illogica e contraddittoria consecutio temporum appaiono quanto meno strumentali e funzionali a logiche diaboliche e perverse le cui strategie hanno tentato di smerciare per indifferibile, irrinunciabile e urgentissima la contabilità speciale». Un regime – aggiunge Chizzoniti – che, stando all’ordinanza n. 146 del Consiglio dei ministri, è applicabile solo per consentire il completamento delle attività emergenziali già programmate ai sensi dell’ordinanza adottata dal capo dipartimento della Protezione civile n. 57 del 14 marzo 2013, ma in Calabria potrebbe essere utile alla «diabolica finalità perseguita attraverso l’art. 7 coincidente con il malcelato intento di estendere la contabilità speciale oltre il regime delle “attività già programmate” coinvolgendo anche spese ordinarie». Un intento che sarebbe già div enuto progetto concreto se – come denunciato da Chizzoniti – è vero che alcune somme «sarebbero già state erogate dal dipartimento Ambiente per pagamenti connessi a spese ordinarie corrisposti ad imprese officiate dallo stesso Dipartimento». Questioni delicate e spinose che adesso toccherà alla Procura approfondire. E nel frattempo la polemica continua a infuriare.

Alessia Candito

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