Le holding e il denaro delle 'ndrine
Un manager piemontese starebbe raccontando ai servizi di intelligence tutti i dettagli della nuova frontiera della ‘ndrangheta: il riciclaggio di denaro attraverso holding internazionali. È quanto sc…

Un manager piemontese starebbe raccontando ai servizi di intelligence tutti i dettagli della nuova frontiera della ‘ndrangheta: il riciclaggio di denaro attraverso holding internazionali. È quanto scrive, su Il Sole 24 ore di oggi, Roberto Galullo, aggiungendo che diverse carte contenenti le rivelazioni di questa gola profonda sono già state girate alla Dia e ad alcune Procure antimafia. Il primo passo, secondo quanto riporta il quotidiano di Confindustria, sarebbe l’avvicinamento di dirigenti italiani di multinazionali attraverso cui chi cura gli interessi delle ‘ndrine può accreditarsi negli ambienti dell’alta finanza. Dopo di ciò ai manager “avvicinati”, o corrotti, vengono affidate grosse somme di denaro affinché costituiscano in Italia società-scatole cinesi che operano nei settori tradizionali attraverso cui riciclare denaro e vendere servizi anche ad aziende pubbliche. Galullo, in proposito, richiama ciò che il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, aveva riferito qualche mese fa in Commissione antimafia: «Da Roma in su, fino alla Norvegia, vanno a comprare tutto ciò che è in vendita, perché sono gli unici ad avere contanti. Imprese in crisi, alberghi, ristoranti, pizzerie. Stanno comprando tutte loro».
Le società che sul mercato italiano sarebbero finite nel mirino della ‘ndrangheta, secondo le rivelazioni del manager, sarebbero almeno 200. Tutte sarebbero operanti tra Lombardia e Piemonte, ma la mente del sistema sarebbe in Calabria, nello specifico nella provincia reggina.