Sant'Agata merita verità e giustizia
Sant’Agata ha vissuto anni di angoscia e di smarrimento dopo i gravissimi atti intimidatori nei confronti di un giovane sindaco a partire dal maggio 2009. Le sue dimissioni hanno lasciato una ferita…
Sant’Agata ha vissuto anni di angoscia e di smarrimento dopo i gravissimi atti intimidatori nei confronti di un giovane sindaco a partire dal maggio 2009. Le sue dimissioni hanno lasciato una ferita profonda nella nostra comunità che è stata travolta da quegli eventi delinquenziali senza precedenti nella storia del nostro paese che vanta una tradizione di assoluta e pacifica convivenza. La notizia dell’archiviazione delle indagini getta un’ombra sinistra sulla nostra comunità alla quale nessuno potrà mai più restituire l’onore perduto. Si certifica così il definitivo oblio sui numerosi atti intimidatori e si alimenta la sfiducia dei cittadini nei confronti dello Stato, della giustizia e delle istituzioni democratiche. La speranza di fare piena luce e consegnare i responsabili alla giustizia si è, purtroppo, infranta contro un muro di omertà ed ipocrisia e dopo l’iniziale grande clamore mediatico, sulle lenzuola bianche dei balconi è calato un assordante silenzio. Sant’Agata oltre al dramma della delusione è diventato un paese fantasma che ha smesso di reagire e indignarsi, che è rimasto prigioniero di un clima di crescente lacerazione sociale. I giovani soprattutto, i nostri ragazzi e ragazze, avvertono con preoccupazione questo disagio e guardano con sempre più disincanto la politica e le istituzioni. Non capiscono perché ed a chi abbia giovato l’assurda violenza nei confronti di un giovane e della sua famiglia. Non comprendono le ragioni di tanto odio e soprattutto la superficiale e assurda caccia alle streghe che ha, probabilmente, indebolito la ricerca della verità e la consegna alla giustizia degli autori di tanti misfatti. E’ stato, infatti, un grave ed imperdonabile errore dare una lettura di parte di quegli accadimenti. Non si è compreso che le divisioni, i distinguo, le accuse, i reciproci sospetti avrebbero generato un clima di paura e di incomunicabilità. Serviva, invece, un’analisi lucida, pacata e intelligente rimanendo lontani dai riflettori, dalla piazza, dai pregiudizi. Bisognava essere consapevoli che per sconfiggere il male oscuro che stava distruggendo la nostra convivenza civile serviva una comunità coesa, determinata, unita e non l’indegna speculazione politica che si è consumata ai danni del confronto democratico e del dialogo istituzionale. Le istituzioni e l’intera comunità avrebbero dovuto, responsabilmente, combattere senza distinguo, contro i delinquenti che hanno sparso, impunemente, fango e melma, sulla nostra limpida storia politica e civile. Purtroppo si è lasciato libero sfogo alla barbarie e sono state poche le voci autorevoli che si sono levate contro le sentenze sommarie di giudici, improvvisati e disinvolti, che nei loro tribunali speciali hanno puntato il dito contro una parte politica senza alcun riguardo per i principi etici e morali. Dopo la richiesta di archiviazione delle indagini restano le macerie di una verità calpestata, violentata da un frettoloso, spregiudicato e interessato clima di sospetto che ha messo in ginocchio il nostro paese simbolo dell’accoglienza, della solidarietà, del dialogo. Ma noi non molliamo! La nostra comunità democratica non si rassegna nel pretendere la verità e nel rivendicare giustizia. Continueremo a urlare ai quattro venti che Sant’Agata non è un paese mafioso e neanche un ricettacolo di delinquenti politici anche se l’archiviazione delle indagini, purtroppo, certifica che per quelle mostruose e vigliacche intimidazioni non si è scoperto nessun colpevole, nessun mandante, nessun esecutore. E tutto questo non è degno di un paese civile.
*Capogruppo consiliare Pd Sant’Agata di Esaro