LAMEZIA TERME Secondo l’Avvocatura dello Stato, una giunta regionale “in prorogatio” come quella calabrese non può nominare i manager della sanità. Il parere – firmato da Giampiero Scaramuzzino ed Ennio Antonio Apicella – ha fatto saltare una riunione “straordinaria” dell’esecutivo già in programma per sabato scorso. La “governatrice” Stasi e gli altri assessori hanno così deciso di rinviare le nomine dei nuovi dg di Asp e Ao. Il punto è che la stessa continenza non stata professata in passato, quando di nomine ne sono state sfornate a bizzeffe. Da quando l’ex presidente Peppe Scopelliti si è dimesso, determinando di fatto la “temporaneità” di un esecutivo che dovrebbe essere rinnovato da nuove elezioni, la giunta ha infatti dato il “la” a una lunga serie di incarichi in organismi di grande importanza strategica, sia sanitari che finanziari e culturali. Ha nominato, in sostituzione di Gianfranco Scarpelli, il nuovo direttore generale dell’Asp di Cosenza, Alessandro Moretti, ex direttore amministrativo dell’Asl Roma A e già componente dell’entourage di Renata Polverini. Scelto anche il successore di Umberto De Rose in Fincalabra, quel Luca Mannarino che ha rapporti stretti con la politica, visto che è tesoriere di Forza Italia regionale. E risalgono a pochi giorni fa le nomine di Ivano Nasso alla presidenza della Fondazione Calabria film commission (anche se ha pubblicamente dichiarato di non avere niente a che fare col cinema e di guardare solo serie tv), di Maurizio Nicolai alla direzione dell’Arcea e di Pasqualino Scaramuzzino ai vertici della Fondazione Terina. Di incarichi in sanità ce n’è stato anche un altro: Antonio Belcastro, divenuto direttore generale dell’Ao “Mater domini” di Catanzaro.
LE PROTESTE DELL’ANAAO
Ed è proprio contro la scelta di Belcastro che si è schierata l’Anaao-Assomed, che in una lettera alla giunta regionale, firmata dal consigliere nazionale Gianluigi Scaffidi, chiede «l’immediata revoca» della delibera con cui è stato nominato il manager, pena la presentazione di uno «specifico esposto in sede giudiziaria penale e contabile». L’atto – secondo Scaffidi – avrebbe dovuto essere validato da un decreto del commissario ad acta come attestato da «i ministeri dell’Economia e della Salute, il tavolo Massicci, il dirigente generale ff del dipartimento Tutela della salute» e dalla stessa giunta «laddove nell’ultimo capoverso della delibera in oggetto dispone di “trasmettere il presente provvedimento alla struttura commissariale per gli adempimenti di conseguenza”». Un passaggio anche su Moretti, la cui nomina «non è ancora esecutiva in quanto non validata da specifico decreto del commissario ad acta». Ecco, il “titolare” alla sanità calabrese, dopo la decadenza di Scopelliti, non è stato ancora individuato. Eppure – prosegue Scaffidi – la Stasi ha emanato il decreto presidenziale di nomina di Belcastro (numero 78 del 29 luglio) «e il giorno successivo ha sottoscritto, in nome della Regione, il contratto». Un presunto illecito nei confronti del quale l’Anaao-Assomed è pronta a presentare un «esposto alla Procura della Repubblica e alla Procura regionale della Corte dei conti anche per evitare, laddove Belcastro dovesse ottenere risarcimenti pecuniari dal Tribunale eventualmente adito, che debbano essere i cittadini a pagare gli errori e i clientelismi della giunta e del suo presidente facente funzioni».
LE TESI DELL’AVVOCATURA
Le nomine deliberate da quando Scopelliti non è più presidente corrono dunque il serio rischio di essere illegittime. La tesi sostenuta dagli avvocati distrettuali, in relazione ai possibili nuovi incarichi ai vertici delle Aziende sanitarie, richiama il principio secondo cui governo e organi elettivi regionali in regime di prorogatio non possono che attenersi all’ordinaria amministrazione, «ed è quindi escluso che gli stessi possano assumere in tali circostanze provvedimenti di rilevante significato politico». Viene citata anche una legge dello Stato (la 444 del ’94), che recita: «Nel periodo in cui sono prorogati, gli organi scaduti possono adottare esclusivamente atti di ordinaria amministrazione, nonché gli atti urgenti e indifferibili con indicazione specifica dei motivi di urgenza e indifferibilità». Le nomine dei manager nelle Asp, nelle fondazioni e negli enti sono atti urgenti e indifferibili? O la giunta farebbe meglio a revocare quelle delibere in autotutela, evitando così possibili (e onerosi, per i contribuenti) contenziosi?
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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