LAMEZIA TERME Quella calabrese «è la fotografia del caos». Non ha dubbi Repubblica, che in un lungo articolo dedicato allo stallo della politica regionale ricostruisce le varie posizioni in campo alla vigilia delle elezioni. L’ordinanza del Tar ha impresso una svolta e ora, entro il 15 settembre, la “presidente facente funzioni” della giunta, Antonella Stasi, sarà obbligata a indire le consultazioni. Ma qual è la situazione dei partiti e dei protagonisti che animano (o imbrigliano) il dibattito pubblico? Tommaso Ciriaco la spiega in un flash: «Centrodestra balcanizzato e ridotto in polvere, democratici impiccati a un logoro duello sulle primarie, big nazionali imbrigliati in un’inestricabile matassa locale: benvenuti in Calabria, elezioni Regionali 2014». Il contesto è particolarmente movimentato quanto imprevedibile. «E se i renziani rischiano la débâcle interna, a decidere lo sfidante di FI saranno soprattutto i sondaggi del Cavaliere e l’influenza di Francesca Pascale». La data del ritorno alle urne si avvicina, probabile che sia fissata tra 9 il 16 novembre, ma «per scegliere il candidato il centrodestra è costretto a scalare una montagna di rancori e divisioni, figlie dello strappo del Pdl. La coordinatrice regionale azzurra Jole Santelli, amica intima della fidanzata del leader, spinge per Wanda Ferro, presidente (commissario, ndr) della Provincia di Catanzaro». E Repubblica raccoglie le dichiarazioni della deputata azzurra, la cui posizione sulle primarie è sempre stata chiara: «Sono contraria perché sono preoccupata della sicurezza del voto, visto anche il poco tempo a disposizione». Ciriaco ricorda l’antico legame tra la Santelli e Peppe Scopelliti, ancora forte, soprattutto ora che c’è da decidere il futuro di una coalizione. L’ex governatore, come affermato durante il suo Ice bucket challenge, vede di buon occhio la discesa in campo della Ferro. Non è così per i forzisti reggini capitanati da Peppe Raffa e Nino Foti e dal «ras di Ncd Tonino Gentile e dal deputato azzurro Pino Galati. Che spiega al quotidiano diretto da Ezio Mauro: «Io sarei stato per le primarie, ma a questo punto il candidato di Fi non può essere scelto in autonomia: serve la condivisione degli alleati». Ma Berlusconi, che giudica le primarie una “farsa”, sembra avere le idee chiare. «Di recente – ricorda Ciriaco – ha ricevuto Ferro e l’ha promossa, scherzando pure sull’appeal della erre arrotata della candidata. Molto, comunque,si deciderà in una riunione convocata lunedì a Roma». Se nel centrodestra regna la confusione, nella coalizione avversaria è vera e propria bagarre. «Il Pd — se possibile — fa peggio, bruciando nomi e candidati alla velocità della luce. Alla fine i renziani schierano Gianluca Callipo. Lo sfida Mario Oliverio, favorito e capace di conquistare la maggioranza di una segreteria regionale che pure sarebbe renziana. Anche per questo, forse, alcuni big nazionali provano da mesi a complicare il percorso delle primarie». A ribadire l’imperativo categorico: «Bisogna farle», è la dalemian-bersaniana Enza Bruno Bossio, il cui marito, l’ex vicepresidente della giunta Nicola Adamo, è tra i più convinti sostenitori di Oliverio. «Si faranno — si infervora la deputata democrat — ormai le abbiamo deliberate! Non siamo il partito comunista thailandese, ma il Pd: vale lo Statuto». Ma c’è una grande assente in questo batti e ribatti di dichiarazioni: la data delle primarie. «I vicesegretari Guerini e Serracchiani – continua Ciriaco – hanno promesso di fissarle quando il presidente della Regione facente funzioni Antonella Stasi annuncerà — entro il 15 settembre — la data delle elezioni (probabilmente il 9 o il 16 novembre). A quel punto i democratici dovranno fare i conti con tempi strettissimi — una ventina di giorni al massimo — per svolgere le primarie e presentare le liste. Sempre meglio che annullarle, come sognano alcune frange renziane per imporre poi un nome di compromesso».
La chiosa finale è affidata a Gianni Speranza, il candidato “non del Pd” alle consultazioni di coalizione: «Questa battaglia di cavilli nel Pd sulle “primarie sì, primarie no” rischia di sciupare la possibilità di vittoria. Basta con questa guerre tra bande».
p. bel.
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