«Accidenti, stavolta Tallini si è arrabbiato davvero. Proprio non gli è andata giù la mia richiesta di parere all’Avvocatura dello Stato. Non si possono fare le nomine e quindi la campagna elettorale è avvelenata dal generale Pezzi! La reazione rabbiosa è però tipica di chi sa di avere torto. Privo di argomenti, trova nelle offese la risposta alla sua inadeguatezza». È la risposta del generale Luciano pezzi, subcommissario per l’attuazione del piano di rientro, alle accuse rivoltegli dall’assessore regionale Domenico Tallini.
«La lettera a firma congiunta Pezzi-Urbani – si legge in una nota del subocommissario – è servita solo a dare indicazioni al Dipartimento per il superamento dell’impasse determinatasi nella sanità calabrese per effetto della scadenza dei direttori generali. Infatti, né entro i termini di scadenza dei contratti dei direttori generali né nei 45 giorni di proroga successivi la giunta, impegnata negli affanni spartitori, ha trovato il tempo per dare le disposizioni necessarie al superamento delle criticità. L’atto redatto dai sub commissari è stato correttamente inviato ai Ministeri vigilanti per il parere di rito».
«Quanto al rapporto – prosegue Pezzi – privilegiato e confidenziale che lo scrivente avrebbe con i titolari di strutture private, non posso che invitarlo a uscire dall’equivoco facendo i nomi e i cognomi ma soprattutto dimostrando che da tale, peraltro inesistente, rapporto sarebbero derivate generose elargizioni. Altrimenti questo diventa il secondo teorema, indimostrato e indimostrabile, non di Pitagora ma di Tallini. Infine – aggiunge il subcommissario – per quanto concerne la richiesta della mia rimozione dall’incarico, attendo sereno le decisioni del ministro. Mi permetto però di suggerire all’adirato Tallini di informarsi sugli orari di apertura del ministero della Salute, perché altrimenti potrebbe trovare chiuso. L’unica cosa che mi dispiace su questa vicenda da “scherzi a parte” è il vergognoso tentativo di strumentalizzazione dei dipendenti e dei pazienti della Fondazione Campanella. Io a suo tempo dirò ciò che ho fatto io per la Fondazione. Rinnovo a Tallini l’invito a dire ciò che ha fatto lui personalmente per l’ente».
Infine, Pezzi conclude: «Comprendo di essere un subcommissario “scomodo”: non devo fare carriera nella sanità, avendo ormai un’età veneranda, e avendo già fatto una carriera esaltante ed appagante in amministrazioni dove la legge ha ancora un senso, non ho ambizioni politiche, sono impermeabile alle tentazioni e alle lusinghe della politica e soprattutto, checché ne dica Tallini, non vado a pranzo e cena con i “lordoni”, nefasta tipologia di uccelli predatori che volteggiano sulla sanità malata; come potrei mai pretendere di avere apprezzamenti per l’opera mia?».
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