Giordano: «Reggio cambi rotta»
LAMEZIA TERME È una stoccata indirizzata a una Reggio Calabria avvezza alla politica del «malaffare e della corruzione» quella del portavoce pentastellato Vincenzo Giordano. Che taglia fuori la citta…

LAMEZIA TERME È una stoccata indirizzata a una Reggio Calabria avvezza alla politica del «malaffare e della corruzione» quella del portavoce pentastellato Vincenzo Giordano. Che taglia fuori la cittadinanza, ma che non risparmia i «salottieri e poltronari» colpevoli, non solo di pigrizia istituzionale, ma di aver «agevolato la criminalità dilagante» e di aver «alimentato un sentimento generale di oppressione e disperazione civile».
Che fa il punto sugli ultimi tre anni di vita della città – vittima di una «grande instabilità politica» e di una sorta di «catastrofe sociale, istituzionale ed economica basata sulla appurata situazione debitoria culminata con la procedura di riequilibrio finanziario e un discutibile piano di rientro che condizionerà la vita di ognuno sul piano dei servizi e del reddito disponibile» – e che tenta di fornire alcune linee guide per superare l’empasse.
«Non è per niente trascurabile – prosegue infatti Giordano – lo scioglimento dell’Ente. Reggio è, infatti, il primo capoluogo di provincia in Italia a essere sciolto per contiguità con la mafia, e questo è senz’altro un fattore sintomatico della corruzione istituzionale che ha ammalato il territorio e la sua comunità e che ha segnato la preponderanza del potere mafioso sul territorio, compromettendo l’imparzialità, il buon andamento dell’amministrazione comunale e il regolare funzionamento dei servizi gestiti spesso in maniera clientelare».
In un quadro a tinte fosche come quello appena delineato, il portavoce dei Cinquestelle inserisce, quindi, la sua proposta per la città calabrese, che ha come nucleo «la partecipazione dei cittadini alla vita politica» che possa agevolare, ha concluso, «il senso di appartenenza a una Reggio Calabria ricca di potenzialità, risorse e bellezze naturali».
z. b.