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Processo ai "No carbone", passo falso della Sei

REGGIO CALABRIA Inizia con un passo falso il procedimento contro Noemi Evoli, Paolo Catanoso, Giuseppe Toscano, Domenico La Rosa, i quattro attivisti del coordinamento associazioni “Area grecanica-No…

Pubblicato il: 30/09/2014 – 16:21
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Processo ai "No carbone", passo falso della Sei

REGGIO CALABRIA Inizia con un passo falso il procedimento contro Noemi Evoli, Paolo Catanoso, Giuseppe Toscano, Domenico La Rosa, i quattro attivisti del coordinamento associazioni “Area grecanica-No Carbone”, trascinati a giudizio dalla Sei spa per i presunti danni d’immagine arrecati con vignette, volantini e materiale informativo contro la centrale a carbone che la multinazionale elvetica vorrebbe impiantare nell’area dell’ex liquichimica di Saline Joniche. Il giudice Francesca Rosaria Plutino ha infatti accolto l’eccezione d’improcedibilità avanzata dai legali Loris Nisi e Stefania Polimeni – che hanno sottolineato come non fosse possibile avviare il procedimento in assenza di un tentativo obbligatorio di mediazione – rinviando l’udienza al prossimo 24 febbraio. Contestualmente, il giudice ha dato quindici giorni di tempo alla società, rappresentata in giudizio dai legali Alberto Panuccio e Roberto Vitetta – noto alle cronache come console onorario della confederazione elvetica, finito al centro di una querelle per il mancato rinnovo dell’incarico – per formulare la proposta di compensazione necessaria per chiudere la partita senza ricorrere al giudizio. Nei mesi scorsi, la multinazionale aveva quantificato in quattro milioni di euro il presunto danno arrecato dai quattro attivisti all’immagine della società con una vignetta satirica, che oggi Greenpeace ha deciso di diffondere in segno di protesta. «Lottare per il diritto all’ambiente e alla salute, denunciando, anche con la satira, chi inquina, varrebbe quindi 4 milioni di euro, ma quanto costa costruire ex novo una nuova centrale a carbone, sulle macerie di un polo chimico mai entrato in produzione?», sottolineano dalla nota organizzazione ambientalista. «Uno studio, che abbiamo commissionato appena due anni fa dall’istituto di ricerca Somo – affondano il colpo i vertici dell’organizzazione non governativa –, ha analizzato gli impatti sanitari ed economici dell’inquinamento delle centrali a carbone in Italia. Applicando quella stessa metodologia ai dati tecnici del progetto di Saline, emerge che la realizzazione di quell’impianto causerebbe 44 casi di morte prematura l’anno e danni economici (sanitari, ambientali, climatici) pari a 357 milioni di euro l’anno». Ma gli attivisti di Greenpeace non sono stati gli unici a voler mostrare la propria solidarietà ai quattro ambientalisti reggini. Mentre una folta delegazione proveniente non solo dall’area grecanica ha atteso l’esito della prima udienza nel piazzale del Cedir, all’indirizzo del coordinamento associazioni “Area grecanica-No carbone” sono arrivati attestati di solidarietà dal coordinamento nazionale “No carbone” e dai comitati di Brindisi, Civitavecchia, Porto Tolle, Vado Ligure, Rossano, mentre anche in Svizzera la citazione dei 4 attivisti ha fatto rumore. In mattinata, l’associazione Zukunft statt kohle (Futuro invece di carbone) ha diffuso una lettera aperta con cui ha chiesto alla Sei-Repower di ritirare l’atto di citazione contro i quattro attivisti, che non hanno fatto che esercitare «il proprio diritto d’espressione e agire in accordo con il governo calabrese che lotta contro questo progetto ormai da anni».


a.c.

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