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Nomine sanità, Pezzi sarà ascoltato in Procura

CATANZARO Non si ferma il lavoro dei magistrati di Catanzaro che cercano di far luce sulle nomine dei commissari di Asp e Ao calabresi. Il neo capo della Sanità regionale, Luciano Pezzi, sarà senti…

Pubblicato il: 03/10/2014 – 9:20
Nomine sanità, Pezzi sarà ascoltato in Procura

CATANZARO Non si ferma il lavoro dei magistrati di Catanzaro che cercano di far luce sulle nomine dei commissari di Asp e Ao calabresi. Il neo capo della Sanità regionale, Luciano Pezzi, sarà sentito lunedì prossimo in Procura in qualità di persona informata sui fatti. L’audizione con il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri era in programma per stamattina, ma poi è stato deciso di posticiparla a lunedì alle 10. Le dichiarazioni del generale della guardia di finanza potranno essere utili per ricostruire le dinamiche che hanno portato la giunta regionale a procedere comunque con le nomine dei commissari delle 6 Aziende calabresi, deliberate pur in presenza dei divieti ministeriali e del parere negativo dell’Avvocatura dello Stato. Durante il colloquio Pezzi depositerà tutti gli atti relativi alle nomine fatti in qualità di sub-commissario e da commissario. 

Subito dopo il suo insediamento, decretato dal Consiglio dei ministri, Pezzi ha attivato le procedure di legge per revocare gli atti, prima attraverso le diffide alla giunta e poi per mezzo del procedimento (la legge è la 241 del 90) per l’annullamento delle delibere “incriminate”. Prima della riunione in cui sono stati scelti i nuovi commissari, Pezzi aveva ingaggiato un “corpo a corpo” con la giunta regionale al fine di impedire nomine di dubbia legittimità. Era stato il generale, in particolare, a richiedere il parere con cui l’Avvocatura dello Stato chiudeva categoricamente alla possibilità di ridisegnare il management della sanità calabrese da parte di un governo regionale non più “legittimato” in seguito alle dimissioni del governatore Scopelliti. Prescrizioni di cui la “governatrice” Stasi e gli assessori regionali non hanno tenuto conto.

La Procura di Catanzaro ha così acquisito gli atti relativi alle nomine dei commissari che sono ora al vaglio del procuratore aggiunto Bombardieri. Il fascicolo è stato aperto dopo l’esposto del deputato del Movimento 5 Stelle Dalila Nesci e al momento non vede nessun indagato perché è nella fase iniziale e finalizzato ad accertare eventuali reati. Gli inquirenti stanno valutando tutta la documentazione raccolta per ricostruire nel dettaglio le procedure amministrative che hanno portato alla designazione dei commissari. Questa fase dell’indagine è dedicata alle audizioni delle persone informate sui fatti. Martedì era stato il turno della Stasi, che aveva chiesto di «essere ascoltata spontaneamente» su una vicenda nella quale «la giunta ha agito in perfetta linea con i pareri assunti» (il riferimento è ai giudizi rilasciati dall’Avvocatura regionale e dal costituzionalista Michele Ainis). Per la Stasi la nomina dei commissari era un atto dovuto, «considerata l’indifferibilità e l’urgenza di assicurare ai cittadini i livelli essenziali di assistenza, privi com’erano delle guide manageriali preposte».

 

URGENZA VARIABILE
Le Aziende non potevano permettersi di rimanere senza guida. Questo l’assunto della Stasi e degli altri componenti della giunta. Ma i dubbi rimangono. Soprattutto perché la “decadenza” dei vecchi direttori generali non è stata un fulmine a ciel sereno. I loro contratti, di durata triennale, scadevano a luglio, posticipati a settembre a causa della proroga di rito di 45 giorni. Il tempo per rinnovare il “rapporto di lavoro” in periodi meno sospetti c’era, ma la giunta ha preferito far scadere i contratti e procedere alle nomine proprio a ridosso delle prossime elezioni regionali del 23 novembre. Ed è risaputo che, in Calabria, il controllo della sanità ha sempre il suo bel riscontro in termini di consenso alle urne. I criteri di «indifferibilità e urgenza», dunque, sembrano molto opinabili.

 

L’ECCEZIONE SIDARI
Non sfugge nemmeno il “caso Sidari”. L’ex direttore sanitario dell’Ao di Reggio era stato nominato per il dopo Bellinvia. Ma la delibera che lo metteva al timone dell’Azienda è stata ritirata dopo pochi giorni, per consentire alcune modifiche al provvedimento, dato che Sidari è un pensionato e – in base alla legge – avrebbe potuto svolgere il ruolo di commissario solo a titolo gratuito. Ma la delibera riveduta e corretta non è stata mai approntata. Oggi l’ex assessore comunale di Reggio (giunta Scopelliti), dopo l’azione di Pezzi, è il nuovo “reggente” dell’ospedale dello Stretto, in quanto dirigente anziano. Senza l’intervento del commissario ad acta, il “Riuniti” sarebbe stato insomma privo di una guida. Alla faccia della necessità di non lasciare le aziende “scoperte”. Alla faccia dell’«urgenza».

 

Pietro Bellantoni

p.bellantoni@corrierecal.it

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