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A Cosenza nasce l'antiracket. Molinari: è motivo di orgoglio

COSENZA «Un motivo, tra le tante delusioni, per andare fiero della mia Calabria. La nascita dell’associazione antiracket di Cosenza (che sarà guidata da Alessio Cassano), promossa dalla Federazione…

Pubblicato il: 10/10/2014 – 9:11
A Cosenza nasce l'antiracket. Molinari: è motivo di orgoglio

COSENZA «Un motivo, tra le tante delusioni, per andare fiero della mia Calabria. La nascita dell’associazione antiracket di Cosenza (che sarà guidata da Alessio Cassano), promossa dalla Federazione antiracket italiana (Fai) nell’ambito delle iniziative del Pon Sicurezza, inaugurata giovedì 9 ottobre alla presenza del prefetto Santi Giuffrè – commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura – è una conquista straordinaria per la città calabrese che ha, così, lanciato un messaggio chiaro e deciso a tutte le cosche malavitose». Lo afferma, in una nota, il senatore del movimento 5 Stelle, Francesco Molinari.
All’inaugurazione erano presenti Giuseppe Scandurra (presidente Fai), Tano Grasso (presidente onorario Fai), Dario Granieri (procuratore della Repubblica di Cosenza), Antonio Vincenzo Lombardo (procuratore capo della Dda di Catanzaro), Gianfranco Tomao (prefetto di Cosenza) e Maria Avolio, vedova di Lucio Ferrami, coraggioso imprenditore ucciso nel 1981 dalla mano criminale, al quale l’associazione è intitolata.
«Non possiamo non essere soddisfatti – aggiunge Molinari – per questo risultato e ci piace poter credere, con un pizzico di presunzione, assolutamente disinteressata, che i nostri interventi e le nostre esortazioni sull’argomento abbiano contribuito nel comune sentire alla nascita di un’organizzazione che aiuterà i cittadini a sentirsi meno soli. Certo, la strada per il raggiungimento dell’obiettivo di sostenere quegli operatori economici che non pagano il “pizzo” o che non lo hanno mai pagato o che hanno denunciato è lunga, e servirà lo sforzo di tutta la società civile».
«I metodi “puliti”, senza esplicita richiesta ma con segnali concludenti – spiega Molinari – con cui si attua l’intimidazione criminale nei confronti degli operatori economici, sono stati spiegati dai magistrati impegnati in questa battaglia e il prefetto Tomao ha confermato come la presenza delle estorsioni e dell’usura in città sia stata sottostimata. Un errore al quale si deve porre rimedio facendo in modo che in tutte le città calabresi la legalità si diffonda portando avanti esperienze simili, avendo come ulteriore obiettivo quello di creare una rete resistente che superi i confini territoriali e che faccia da scudo alla minaccia criminale».
«Sarà una guerra in cui nessuno dovrà rimanere isolato – conclude Molinari – perché solo nell’unione si può scardinare quel sistema malato che blocca lo sviluppo economico della nostra terra: non dobbiamo più permettere che altri si sacrifichino per salvare gli affetti più cari. Il sacrificio di Ferrami, che fece scudo alla moglie con il suo corpo, non deve essere vano».

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