LAMEZIA TERME Roma smentisce Catanzaro, Cesa “tradisce” Trematerra. In una parola: il matrimonio tra Ncd e Udc si celebrerà anche in Calabria, con buona pace dei “don Abbondio” dello Scudocrociato. Oggi, nel corso di un incontro tra il segretario dell’Udc e il coordinatore di Ncd Gaetano Quagliariello, è stata ufficialmente decisa «la presentazione di liste comuni in Calabria, in Emilia Romagna e ovunque si voti, senza alcuna eccezione». Una posizione chiara e netta che sconfessa e, forse, rende carta straccia il documento approvato ieri dal comitato regionale dell’Udc, che rivendicava la possibilità di formare liste autonome con il simbolo del partito, candidando, al loro interno, «tutti gli uomini migliori».
Il “patto” tra Cesa e Quagliariello non è insomma una buona notizia per il segretario regionale Gino Trematerra che – assieme a tutti gli altri consiglieri regionali del partito, ad esclusione di Franco Talarico che ha votato contro – aveva deciso di dire no alla “partnership” con gli alfaniani di Tonino Gentile.
Per domani è previsto un incontro con i responsabili regionali di Ncd, Udc e Popolari per l’Italia di Calabria ed Emilia Romagna per definire i dettagli dell’operazione. E non è escluso che la delegazione calabrese faccia sentire la sua voce contro una decisione che rischia di delegittimare il partito regionale. «La deliberazione di ieri – commenta l’assessore Michele Trematerra – non è stata estemporanea, ma era stata formulata già a luglio. Anche ora riteniamo di dover seguire quel percorso. La decisione di oggi non tiene conto della posizione del comitato regionale, assunta nel pieno dei suoi poteri».
GRUPPI UNICI
D’altronde la fusione regionale rientra in un progetto di più ampio respiro su scala nazionale. Quagliariello ha infatti chiarito che tra «una settimana, dieci giorni al massimo» nasceranno i gruppi unici centristi in Parlamento, così come annunciato dal leader di Ncd, Angelino Alfano. «Per il nuovo partito con simbolo e nome nuovi – ha aggiunto Quagliariello – il percorso è lo stesso, ma i tempi sono necessariamente più lunghi, perché un partito non è una somma di sigle e tutto va preparato bene». Il coordinatore nazionale, al termine della riunione a Vicolo Valdina, non lesina critiche a Forza Italia: «Da parte nostra non c’è nessuna svolta, mentre notiamo con rammarico che si è conclusa una svolta dall’altra parte. Ci era stata proposta una alleanza, in realtà con l’unico scopo di distruggere Ncd. Un atto di slealtà che è anche un errore politico, perché è evidente che vogliono occupare il nostro spazio, ma come è compatibile questo con l’alleanza con Lega e Fdi?. Noi lotteremo su due fronti. Contro il vecchio centrodestra e per essere sempre più determinanti al governo». Posizione rimarcata anche da Cesa, che spinge per i gruppi parlamentari unici e a seguire un «nuovo partito popolare nell’ambito del Ppe con regole certe e democratiche. È la migliore risposta alla crisi della politica».
Ora resta da vedere quale sarà la coalizione di riferimento alle prossime regionali: il centrosinistra di Mario Oliverio o il centrodestra di Wanda Ferro?
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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