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Omicidio Inzitari, l'ombra degli 007 vaticani

TAURIANOVA Ci potrebbe essere l’ombra degli 007 vaticani dietro l’omicidio del diciottenne Francesco Inzitari, figlio dell’ex consigliere provinciale Pasquale, vice sindaco e assessore ai Lavori Pubb…

Pubblicato il: 16/10/2014 – 14:24
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Omicidio Inzitari, l'ombra degli 007 vaticani

TAURIANOVA Ci potrebbe essere l’ombra degli 007 vaticani dietro l’omicidio del diciottenne Francesco Inzitari, figlio dell’ex consigliere provinciale Pasquale, vice sindaco e assessore ai Lavori Pubblici e al Bilancio del Comune di Rizziconi fino allo scioglimento del Comune per mafia, ritenuto dagli inquirenti uomo della cosca Mammoliti-Rugolo e per questo condannato a 3 anni e 4 mesi di carcere. A quasi cinque anni dall’omicidio del ragazzo, trucidato con dieci colpi di pistola nel dicembre 2009 a Taurianova mentre festeggiava il compleanno di un’amica – rivela il nuovo numero dell’Espresso, in edicola –, emergerebbero nuovi particolari sul delitto su cui il gip ha disposto un approfondimento di indagini. Stando a quanto riportato dal settimanale, fin dalle primissime battute, dietro le quinte dell’inchiesta si sarebbe mosso un giovane prete di Polistena – all’epoca assistente venticinquenne del parroco di Rizziconi – che a qualche giorno dalla tragica morte di Inzitari, avrebbe contattato una delle testimoni del delitto, offrendo conforto. Ma soprattutto l’avrebbe rassicurata, riporta l’Espresso, con un sms intercettato dagli inquirenti: «sappiamo chi è stato». Prima il padre della ragazza, quindi i magistrati della Dda – prontamente informati dall’uomo – avrebbero chiesto spiegazioni al sacerdote, che avrebbe liquidato la vicenda – così come si legge nel pezzo di Lirio Abbate – come «voci circolate in parrocchia che indicano gli autori come vicini alla famiglia mafiosa dei Crea». Ma le cimici che gli investigatori riusciranno a piazzare sull’auto del giovane prete, avrebbero svelato che don Giuseppe Francone – questo il nome del sacerdote coinvolto nella nuova inchiesta – non sarebbe un semplice sacerdote di periferia. Intercettato dagli investigatori, Francone avrebbe chiamato infatti in Vaticano, chiedendo di parlare con la segreteria di Stato, quindi si sarebbe fatto passare un ufficio di copertura dei servizi segreti del Santo Padre presentandosi con un codice numerico di sei cifre. Dalla puntuale inchiesta dell’Espresso, emergerebbe che con quel «monsignore Lo Giudice», con cui chiederà e otterrà di parlare, ipotizzerà che qualcuno, forse dell’intelligence vaticana, possa avere «interferito» con le indagini. Avrebbe, inoltre, promesso di realizzare un controllo per vedere cosa negli archivi sarebbe potuto emergere su Crea e Inzitari. Stando al settimanale, il sacerdote avrebbe promesso che prima di passare le informazioni ai magistrati avrebbe voluto trasmetterle in Vaticano, in modo tale che possano «lavorarle» a Roma. Elementi che sembrano avvalorare l’ipotesi secondo cui dietro il barbaro omicidio del ragazzino ci sarebbe la famiglia Crea. Una compagine nota nel panorama criminale del mandamento tirrenico reggino, ma che, soprattutto alla luce di quanto riportato dall’inchiesta dell’Espresso, dimostrerebbe la capacità del clan di poter contare su un capitale di relazioni romane molto forti, anche tra uomini dello Stato.

a. c.

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