Matacena, al via l'istruttoria nel processo d'appello
REGGIO CALABRIA Avviata l’istruttoria al processo d’appello scaturito dall’operazione Mozart, che in primo grado ha visto l’ex parlamentare di Forza Italia, Amedeo Matacena, condannato a quattro anni…

REGGIO CALABRIA Avviata l’istruttoria al processo d’appello scaturito dall’operazione Mozart, che in primo grado ha visto l’ex parlamentare di Forza Italia, Amedeo Matacena, condannato a quattro anni per corruzione in atti giudiziari. Un procedimento delicato per l’ex politico oggi latitante a Dubai, dove tenta di sfuggire all’esecuzione di una condanna definitiva per mafia e all’esecuzione dell’ordinanza di custodia spiccata nell’ambito dell’operazione Breakfast. Se è vero infatti che qualche tempo fa le autorità emiratine hanno risposto picche alla richiesta di estradizione per il reato di mafia – non riconosciuto dal loro codice – potrebbero essere meno tolleranti nei confronti della corruzione, fattispecie punita anche negli Emirati con pene gravissime. E nel procedimento Mozart, di certo non sono responsabilità di poco conto quelle contestate all’ex parlamentare, in primo grado riconosciuto colpevole di aver corrotto l’allora presidente del Tar di Reggio Calabria, Luigi Passanisi, per ottenere sentenze favorevoli al gruppo Matacena, la Ulisse Shipping e la Amedeus spa, entrambe operanti nel settore del trasporto marittimo. Due società – affermano i giudici in sentenza – che l’ex politico di fatto governava, pur essendo formalmente amministrate rispettivamente all’avvocato Salvatore Rijili e da Giuseppe Praticò, anche lui oggi imputato e difeso dall’avvocato Aldo Labate.
IL NUOVO TESTIMONE
Su istanza dei legali di Passanisi, oggi presidente del Tar delle Marche – difeso dagli avvocati Abbate e Grasso – la Corte d’appello reggina, presieduta da Rosalia Gaeta, con Laudadio e Bandiera a latere, ha chiamato a testimoniare per il prossimo 27 novembre il giudice Luigi Pietro Caruso, inizialmente indagato, ma la cui posizione è stata in seguito archiviata. Magistrato della Corte dei Conti, storico amico di Passanisi, come lui originario di Catania, su di lui gravava il sospetto che facesse da “messaggero” fra l’ex presidente del Tar Calabria e Cesare Giglio, per i giudici di primo grado «abile mediatore del pactum sceleris» che su mandato di Matacena non solo avrebbe avvicinato Passanisi, ma avrebbe fatto anche da tramite fra quest’ultimo e Martino Politi, factotum del politico armatore, oggi insieme a lui imputato anche nel procedimento Breakfast. Una ricostruzione che i giudici di primo grado ancorano a una conversazione intercettata nell’ottobre del 2005, durante la quale Caruso avrebbe invitato Passanisi ad un incontro con «l’avvocato», identificato da giudici e inquirenti in Giglio, oggi assistito dai legali Aldo Labate e Davide Barillà. Un incontro mai monitorato, ha eccepito in primo grado la difesa, ma che i giudici hanno ritenuto provato da un’altra conversazione fra Matacena e Politi.
Come detto, in primo grado Matacena venne condannato a quattro anni di reclusione, sentenza che se confermata anche in appello aggraverebbe di molto la posizione dell’ex parlamentare visto che negli Emirati il reato di corruzione in atti giudiziari è pienamente riconosciuto. Questo potrebbe costargli una rapida estradizione, dopo che quella per la condanna per associazione mafiosa è stata respinta perchè quel tipo di reato non compare nell’ordinamento degli Emirati.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it