ROMA Il suo è un atto di generosità e di coraggio, non c’è alcun dubbio. Ma è anche un investimento politico a lungo termine. Il riferimento è al senatore Nico D’Ascola che ha accettato di togliere le castagne dal fuoco sia ai vertici nazionali del Pd che a quelli del Nuovo centrodestra, candidandosi alla guida del “terzo polo” che in Calabria vedrà Udc e Ncd correre alle prossime regionali in alternativa sia al centrodestra che al centrosinistra. In fondo era quello che Mario Oliverio aveva sempre auspicato, anche nei suoi dialoghi riservati con Lorenzo Guerini , durante le infuocate riunioni avute al Nazareno. Non v’è dubbio alcuno, infatti, che in gran parte i voti (pochi o tanti che siano lo vedremo) che andranno alla coalizione guidata da D’Ascola sono voti sottratti a Wanda Ferro. Anche a Guerini e Alfano sta bene così.
Il futuro renderà inevitabile una fusione tra alfaniani e renziani, ma occorrono passaggi intermedi e le elezioni regionali in Calabria non consentivano quella fase di decantazione indispensabile per evitare che un accordo politico trasparente passasse per un volgarissimo inciucio. Su questo futuro punta il senatore Nico D’Ascola, la cui storia personale lo rende papabile per un incarico di governo al primo rimpasto utile. Renzi avrebbe già fatto sapere che la cosa è fattibile.
pa. po.
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