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D'Ascola: «Ventimila i bambini poveri o a rischio indigenza»

CATANZARO «Le politiche per l’infanzia in Italia e specialmente in Calabria sono un bellissimo libro dei sogni. Legislazioni all’avanguardia in molti ambiti, ma con nessuna voce di spesa». Lo …

Pubblicato il: 10/11/2014 – 15:53
D'Ascola: «Ventimila i bambini poveri o a rischio indigenza»

CATANZARO «Le politiche per l’infanzia in Italia e specialmente in Calabria sono un bellissimo libro dei sogni. Legislazioni all’avanguardia in molti ambiti, ma con nessuna voce di spesa». Lo afferma il senatore e candidato a presidente della Regione per “Alternativa popolare” (Ncd-Udc), Nico D’Ascola. «Tutto questo – aggiunge – perché i bambini non hanno voti e quindi le loro condizioni di sottosviluppo non interessano concretamente alla classe politica. A 25 anni dalla convenzione di New York sui diritti dell’infanzia, ci troviamo a dover registrare la presenza di circa 20mila bambini poveri o a rischio povertà nella regione, e in uno dei principali Paesi industrializzati del mondo».
«Ventimila bambini poveri o a rischio povertà – continua D’Ascola – rappresentano uno schiaffo alle politiche sociali inconsistenti degli ultimi anni. I progetti del fondo sociale europeo non sono stati indirizzati per tutelare i nuclei familiari in condizioni di disagio o quelle a grave rischio di insolvenza. Addirittura, le rette per il mantenimento dei minori in difficoltà sono state adeguate, e solo parzialmente, appena un anno fa. Il garante per l’infanzia, figura importante – prosegue D’Ascola – che avrebbe dovuto essere di cerniera tra le politiche regionali sulla tutela dei bambini e quelle nazionali, è diventato uno strumento di parcellizzazione elettorale».
«Basti pensare – prosegue l’interessato – ai tanti, troppi, minori che sono ancora vittime di molestie sessuali e che non hanno ancora un supporto concreto in termini di prevenzione, di aiuto psicologico, di intervento psicoterapico. La lotta alla pedopornografia è un dovere fondante, etico e morale. Come “Alternativa popolare” prevediamo un programma che punti a rafforzare gli interventi a favore dell’infanzia. Operazioni chiare e trasparenti. È necessario immaginare l’utilizzo del “Fse” per favorire le politiche di adozione. I bambini sono la radice di ogni comunità e non disporre di strumenti conformi ai loro bisogni non è degno –conclude – di una società civile».

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