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Quell'ultima visita di Italo il sindaco

REGGIO CALABRIA Un ricordo indelebile è quello impresso, ancora oggi, nella memoria dei lavoratori delle Omeca. Era l’agosto del 2001 e il sindaco di Reggio, Italo Falcomatà, in quel momento in cura…

Pubblicato il: 26/11/2014 – 16:26
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Quell'ultima visita di Italo il sindaco

REGGIO CALABRIA Un ricordo indelebile è quello impresso, ancora oggi, nella memoria dei lavoratori delle Omeca. Era l’agosto del 2001 e il sindaco di Reggio, Italo Falcomatà, in quel momento in cura per combattere la leucemia, uscendo dal ricovero ospedaliero volle visitare le officine reggine.
Anche quello stabilimento contribuiva a scrivere pagine importanti nella “Primavera di Reggio”, mostrando attraverso il lavoro, che negli anni ha raggiunto livelli d’eccellenza sempre maggiori, il volto di una città in cui per tante generazioni è stato, ed è tutt’ora possibile, costruirsi un futuro.
Un legame forte, dunque, quello tra Falcomatà e le Omeca testimoniato già nel novembre del ’93 quando il suo percorso amministrativo, da primo cittadino, prese il via proprio con una tappa alle Officine Meccaniche Calabresi. Incontri non rituali, ma dettati dal profondo convincimento che solo il lavoro potesse, in una realtà come quella reggina, costituire l’elemento in grado di rendere Reggio finalmente un posto normale e vivibile.
L’interesse verso il principale insediamento industriale reggino costituì il cuore di un’azione amministrativa, in grado di consolidare nel tempo un vasto fronte politico a difesa dello stabilimento.
Decisiva in tal senso si rivelò l’opera di interlocuzione condotta con il governo centrale, in sinergia con le istituzioni locali. Ma importante fu anche la capacità di dialogo e mediazione con i vertici di Ansaldo Breda, subentrata alla Fiat già alla fine degli anni Ottanta, coinvolgendo tutte le forze della città attorno alla valorizzazione del patrimonio reggino di nome Omeca.
Senza divisioni politiche e oltre le divergenze ideologiche, il confronto divenne una sana abitudine che consentì poi di guardare in prospettiva, di pensare ad un piano industriale a lungo termine e dunque al futuro di una realtà produttiva che stava facendo i conti con la crisi della commesse e con le trasformazioni del lavoro.
Nel cuore della Reggio Sud è stata scritta una pagina della storia industriale dell’Italia alla cui stesura in tanti contribuirono e tra questi anche quel sindaco che credeva nella forza del lavoro come strumento di libertà, progresso umano e civile e costruzione del bene comune.
Per questo, come fosse un presagio, quel giorno dell’agosto del 2001, disse all’assessore Camera, che si divideva tra la Giunta comunale e l’Omeca: «Adesso puoi tornare al lavoro nello stabilimento. Vai, il tempo è corto».

 

Luigi De Angelis

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