Ultimo aggiornamento alle 19:33
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Caso Scajola, confermata l'aggravante mafiosa

REGGIO CALABRIA Bisognerà attendere il prossimo 8 gennaio per sapere se Amedeo Matacena, la moglie Chiara Rizzo, lo storico braccio destro Martino Politi e la segretaria dell’ex ministro Scajola, R…

Pubblicato il: 18/12/2014 – 17:48
Caso Scajola, confermata l'aggravante mafiosa

REGGIO CALABRIA Bisognerà attendere il prossimo 8 gennaio per sapere se Amedeo Matacena, la moglie Chiara Rizzo, lo storico braccio destro Martino Politi e la segretaria dell’ex ministro Scajola, Roberta Sacco rinunceranno o meno al rito abbreviato. Dopo ore di schermaglie tecniche e procedurali tra accusa e difese, il gup ha infatti confermato l’ammissibilità della modifica del capo di imputazione chiesta dal pm Giuseppe Lombardo. Una mossa che non solo ha scompaginato le strategie delle difese, ma ha anche seriamente aggravato la posizione degli imputati. Alla luce delle nuove informative depositate agli atti del procedimento, la Rizzo appare sempre più come la principale dominus delle strategie necessarie per permettere a Matacena di dribblare l’esecuzione della condanna definitiva per mafia, ma soprattutto per occultare il suo immenso patrimonio. Tutte manovre che per gli inquirenti hanno un obiettivo molto concreto e che plasticamente rappresenta il ruolo – storico, sottolinea la procura – avuto dall’ex politico armatore a Reggio Calabria e non solo: quello di «stabile interfaccia della ‘ndrangheta, nel processo di espansione dell’organizzazione criminale, a favore di ambiti decisionali di altissimo livello». L’ultima informativa della Dia dimostra infatti come la Cogem – nonostante una quasi banale schermatura, senza dubbio riconducibile ai coniugi Matacena – negli ultimi quattordici anni non solo sarebbe diventata grande appaltatrice di appalti pubblici a Reggio Calabria, ma li avrebbe anche equamente spartiti fra i più noti clan reggini. Rapporti contrattuali che per la Dda non sono coincidenze, né casualità, ma risponderebbero allo schema di spartizione degli appalti su cui le ‘ndrine reggine avrebbero forgiato le nuove regole e i nuovi assetti all’indomani della seconda guerra di ‘ndrangheta. «Tali rapporti contrattuali – si legge infatti nel nuovo capo di imputazione – costituivano lo strumento per affidare parte dei lavori relativi alle opere pubbliche già richiamate a soggetti direttamente o indirettamente inseriti nella, o comunque riferibili alla predetta organizzazione criminale di tipo mafioso, con la conseguente volontaria agevolazione del predetto sistema criminale mediante la canalizzazione a suo favore dei connessi vantaggi patrimoniali di rilevante entità». Un’organizzazione che per il pm Lombardo sarebbe «interessata a mantenere inalterata la piena operatività del Matacena e della galassia imprenditoriale a lui riferibile, costituita dalle molteplici società ed aziende prima indicate ed altre in corso di individuazione, che venivano utilizzate, dietro articolate ed indispensabili operazioni di interposizione fittizia in grado di superare gli sbarramenti costituiti dalle informazioni prefettizie, per schermare la vera natura delle compagini sociali, dei consorzi e delle associazioni temporanee di imprese». Una galassia criminale di cui, per il pm Lombardo tanto la Rizzo come i coimputati erano a conoscenza e che si sono prestati a tutelare, tanto dal punto di vista economico e finanziario – attraverso un’intricata serie di transazioni e schermature – tanto dal punto di vista logistico, tentando di individuare un paese che non solo non consentisse l’estradizione per reati di mafia, ma garantisse anche a Matacena la piena operatività. Per gli inquirenti dunque, l’obiettivo della rete che ruota attorno all’ex politico armatore era quello di «proteggere economicamente uno dei più potenti e influenti concorrenti esterni della ‘ndrangheta reggina – visto il rilevantissimo ruolo politico ed imprenditoriale rivestito dal Matacena e per questa via, agevolare il complesso sistema criminale, politico ed economico, riferibile alla ‘ndrangheta reggina, interessata a mantenere inalterata la piena operatività del primo e della galassia imprenditoriale a lui riferibile, costituita da molteplici società ed aziende utilizzate per schermare la vera natura delle relazioni politiche, istituzionali ed imprenditoriali dal predetto, garantite a livello regionale e nazionale». Accuse pesanti, tradotte nella contestazione di aggravante mafiosa che ricade in primo luogo sulla Rizzo e Matacena, quindi a cascata sui loro coimputati. Contestazioni da cui adesso dovranno decidere come difendersi.

a. c.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x