Sentenza Marlane, Rifondazione comunista: vicenda scandalosa
PRAIA A MARE «Le vicende vergognose avvenute negli stabilimenti della Marzotto in Calabria, Campania e Veneto, al pari di molte altre in cui i procedimenti giudiziari si sono conclusi senza ottenere…
PRAIA A MARE «Le vicende vergognose avvenute negli stabilimenti della Marzotto in Calabria, Campania e Veneto, al pari di molte altre in cui i procedimenti giudiziari si sono conclusi senza ottenere giustizia, legano con un filo nero di morte la Penisola e sono sintomatiche della inesistente e scandalosa considerazione che nei nostri tempi si ha nel mondo del lavoro e della vita stessa dei lavoratori». È quanto si legge nell’ordine del giorno approvato dal Comitato nazione di rifondazione comunista e presentato dal segretario regionale Pino Scarpelli assieme ai dirigenti politici Lucio Cortese e Rosa Rinaldi. Una decisione assunta dopo la sentenza del processo “Marlane” di Praia a Mare che ha reso «possibile – si legge nell’ordine del giorno – che oltre cento vite distrutte e cancellate dai veleni utilizzati nei processi di lavorazione, dall’assoluta mancanza di tutela delle operaie e degli operai e dall’inquinamento prodotto dall’interramento abusivo di sostanze altamente tossiche, si possano sostanzialmente e arrogantemente “comprare”, in tempi di crisi devastante, a prezzo di mercato – 30.000 euro l’una, secondo quanto spuntato dalla macabra trattativa messa in campo dai padroni Marzotto e dai loro legali – “con un’elemosina indiana alla Bhopal”, come ha scritto l’antropologo Mauro Minervini». Da qui l’auspicio espresso dal comitato politico di Rifondazione comunista che «si possa ribaltare la deplorevole sentenza assolutoria emessa venerdì 19 dicembre dai giudici del tribunale di Paola». Inoltre con quest’ordine del giorno Rifondazione si impegna a «combattere quella concezione che nel corso di questi ultimi anni è diventata palese a tutti, per giunta veicolata da una legislazione continua che ha visto i governi degli ultimi anni e, soprattutto, quello in carica, pervicacemente impegnati a distruggere e frantumare i diritti dei lavoratori».