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L'antimafia "strumentale"

Non c’è peggior servizio nell’ambito della lotta contro la mafia di un uso scorretto e strumentale della cosiddetta “antimafia”. Il rischio è che anche chi sul sentiero irto di pericoli e rischi dell…

Pubblicato il: 28/01/2015 – 18:59
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L'antimafia "strumentale"

Non c’è peggior servizio nell’ambito della lotta contro la mafia di un uso scorretto e strumentale della cosiddetta “antimafia”. Il rischio è che anche chi sul sentiero irto di pericoli e rischi della lotta alle cosche ci è da una vita e disinteressatamente, si ritrovi compagni di viaggio che la lotta alla ‘ndrangheta la vivono come un optional politico da utilizzare ogni volta che serve al raggiungimento dei propri scopi.
Forse è anche per questo che Adriana Musella, coordinatrice di Riferimenti, con poche righe si smarca da chi cerca di mettere cappello sulla sua contestazione alle scelte di Mario Oliverio. Lei ha posto una questione di metodo, che può essere condivisa o meno ma che non va strumentalizzata da chi in altre occasioni ha dimostrato di non andare tanto per il sottile quando si trattava di collocarsi politicamente.
Scrive Adriana Musella: «Leggendo una nota di Nino De Gaetano, nonché le dichiarazioni rilasciate da Maria Carmela Lanzetta, riguardo al suo rifiuto di far parte della giunta regionale calabrese, mi sto rendendo conto che sta diventando personale ciò che personale non è».
E spiega: «Le osservazioni non vanno fatte alla persona Nino De Gaetano, ma al metodo Oliverio: chi per un motivo o per l’altro ha a che fare con indagini giudiziarie in corso per motivi di opportunità dovrebbe avere un momento di pazienza. A me dispiace per Nino De Gaetano e lo dico sinceramente ma il problema non è lui bensì il meccanismo che è assolutamente da bocciare».
Restando in argomento strumentalizzazioni e affini, ecco la nota diffusa da Gabriella Albano nella veste di esponente di Forza Italia e consigliere regionale uscente.
«Con i loro coraggiosi passi indietro, Maria Carmela Lanzetta e Adriana Musella hanno inteso dare un chiaro segnale al nuovo governo regionale, dimostrando ancora una volta tutta la serietà e la responsabilità delle donne calabresi». Poi aggiunge: «la ferma e onesta opposizione di queste due donne alle logiche di potere e malaffare che sembrano ancora attanagliare la regione. La scelta della Musella di lasciare il Coordinamento antimafia “Riferimenti”, così come quella dell’ex ministro Lanzetta di rifiutare il posto in giunta offerto da Oliverio rappresentano oggi un fulgido esempio di ostilità ai compromessi morali, un esempio di onestà intellettuale e responsabilità istituzionale che noi donne, al contrario di molti, abbiamo sempre dimostrato di avere».
Ma è la stessa Gabriella Albano che per anni ha convissuto, politicamente, con chi andava a cena con i boss, faceva parlare di sé ben sette diversi collaboratori di giustizia, ha visto arrestati per mafia una schiera di suoi collaboratori consiglieri comunali e assessori? No, perché se dovesse trattarsi della stessa persona sarebbe un “fulgido esempio” di ipocrisia istituzionale, politica e personale.

 

 

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