Magorno: «Chiarezza sulla chiusura degli uffici postali»
LAMEZIA TERME Il deputato del Pd Ernesto Magorno ha rivolto un’interrogazione parlamentare al ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, chiedendo «quali iniziative urgenti, nell’ambito delle…

LAMEZIA TERME Il deputato del Pd Ernesto Magorno ha rivolto un’interrogazione parlamentare al ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, chiedendo «quali iniziative urgenti, nell’ambito delle proprie competenze, intenda assumere, al fine di scongiurare in Calabria la prevista chiusura di 25 uffici postali e la razionalizzazione di altri 35». Magorno chiede inoltre di «accertare che il piano di ristrutturazione aziendale, per come pensato, rispetti gli standard minimi di qualità per il “servizio universale” che Poste italiane spa deve garantire, in ottemperanza del vigente contratto di programma stipulato con il ministero dello Sviluppo Economico». Nell’articolata premessa, sono illustrate le motivazioni dell’interrogazione: «Il piano di ristrutturazione aziendale, prevede per il 2015 pesanti tagli al personale e la chiusura di numerosi uffici sul tutto il territorio nazionale. Questa riorganizzazione, in Calabria, comporterebbe la chiusura di 25 uffici postali e la razionalizzazione di altri 35, con consequenziale riduzione sia dell’organico che degli orari e delle giornate d’apertura».
«Ciò – continua il deputato del Pd – potrebbe causare notevoli disagi ai cittadini, oltre a provocare un’ulteriore marginalizzazione dei piccoli Comuni e a incrementare la già grave crisi occupazionale ed economica in una regione ormai compromessa dalla carenza di strutture e servizi essenziali e importanti. Inoltre, la politica dei tagli che indiscriminatamente si sta facendo, segue una logica esclusivamente ragionieristica, tralasciando l’essenziale funzione sociale propria di un servizio pubblico, e non tenendo affatto conto né delle peculiarità dei singoli territori né delle esigenze e delle criticità delle diverse realtà locali. Alla luce di tali considerazioni, risulta evidente che bisogna tutelare lavoratori e utenti in quanto simili decisioni non sono esclusivamente aziendali ma interessano la collettività, proprio perché rischiano di avere un impatto devastante per il tessuto economico, sociale e culturale dell’intero territorio, determinando, inevitabilmente – conclude Magorno – effetti negativi sulla qualità della vita».