VIBO VALENTIA Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dai legali di Nello Ruello (Giovanna Fronte e Carmelo Solano), storico di testimone di giustizia vibonese a cui sarà quindi riassegnato il servizio di tutela personale. La vicenda di Ruello, fotografo che ha denunciato e fatto condannare in via definitiva – per usura ed estorsione – diversi esponenti del clan Lo Bianco-Barba, è tornata d’attualità negli ultimi mesi dopo che l’Ucis (Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale), sulla scorta delle indicazioni arrivate dalla Prefettura di Vibo, aveva disposto la riduzione della scorta al testimone di giustizia a «vigilanza generica radiocollegata con sosta» nei pressi della sua abitazione e del negozio. Quel provvedimento era stato impugnato davanti al Tar del Lazio che, il 5 agosto scorso, aveva concesso la sospensiva. La successiva ordinanza emessa dai giudici amministrativi andava però in direzione opposta confermando la revoca della scorta al testimone di giustizia. Contro questa decisione gli avvocati Fronte e Solano hanno presentato ricorso al Consiglio di Stato, ottenendo l’annullamento della precedente decisione del Tar. In seguito alla decisione dell’Ucis Ruello, che è anche vicepresidente dell’associazione antimafia “Riferimenti”, aveva anche presentato un esposto alla Procura di Vibo.
«Non è corretto – ha dichiarato il testimone di giustizia – che chi ha fatto il suo dovere denunciando, invece che essere tutelato dallo Stato, debba ricorrere al Tar e al Consiglio di Stato. È vergognoso che i testimoni di giustizia vengano trattati così».
s.pel.
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