Protesta dei minori del centro di Poggio Pudano
CROTONE Non avevano ricevuto il pocket money e le schede telefoniche. Per questo gli ospiti del Centro per minori non accompagnati “San Dionigi” di Crotone hanno inscenato una violenta manifesta…

CROTONE Non avevano ricevuto il pocket money e le schede telefoniche. Per questo gli ospiti del Centro per minori non accompagnati “San Dionigi” di Crotone hanno inscenato una violenta manifestazione di protesta. La struttura, che si trova in località Poggio Pudano, è gestita dalla Croce Rossa Italiana, ospita gli extracomunitari minori affidati dai servizi sociali dei Comuni di Reggio Calabria, Vibo Valentia, Porto Empedocle (Agrigento), Crotone, Isola Capo Rizzuto. Si tratta di un centro di seconda accoglienza per ospitare i minori senza famiglia sbarcati clandestinamente in Italia.
Mercoledì 11 febbraio, una quarantina di ospiti del centro ha iniziato a protestare bloccando i cancelli ed iniziando a lanciare contro il personale che opera nella struttura tavoli, sedie, casse d’acqua e generi alimentari.
Motivo della rivolta sarebbe il mancato percepimento del “pocket money”, delle schede telefoniche e l’insufficienza dei vestiti loro forniti. Altri chiedevano di conoscere la data di esatta convocazione da parte della commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato e conseguente rilascio del permesso di soggiorno. A riportare la calma sono stati gli agenti della polizia di Stato della questura di Crotone attraverso un intervento coordinato dal commissario capo Massimiliano Migliaccio e contingenti di rinforzo aggregati (reparto mobile di Taranto e reparto prevenzione crimine “Calabria Settentrionale” di Cosenza). Proprio la consistenza numerica degli agenti permetteva di contenere la rivolta. Sul posto è anche giunto il giudice tutelare del Tribunale dei Minori di Catanzaro, che assicurava il proprio interessamento presso gli enti competenti per la risoluzione delle problematiche.
Dopo una prima interruzione dei disordini, lo stato di tensione restava alto anche perché gli immigrati chiedevano di avere pocket-money quotidiano in denaro liquido e non in generi di conforto. In serata, grazie anche all’intervento del vicequestore vicario, Roberto Pellicone, la protesta rientrava e la situazione nel centro ritornava alla normalità. Si tratta della seconda rivolta accaduta in una settimana nel centro che era stato teatro di una analoga protesta lo scorso 4 marzo.