VIBO VALENTIA Non hanno alcuna intenzione di desistere i dipendenti della Provincia di Vibo entrati in stato di agitazione per il mancato pagamento di cinque mensilità arretrate. I lavoratori hanno ribadito la loro posizione nel corso di un’assemblea convocata in seguito al provvedimento che, stamattina, è stato indirizzato ai dirigenti e per conoscenza ai rappresentanti sindacali dai vertici dell’amministrazione provinciale. Si tratta di un ordine di servizio, firmato dal presidente della Provincia, Andrea Niglia, e dal segretario generale dell’ente, Cesare Pelaia, che richiama il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici e con cui, «pur tenendo conto dell’attuale stato di agitazione e del mancato pagamento delle spettanze», si invitano i destinatari del documento a «vigilare» affinché il personale «presti la propria ordinaria e dovuta attività nell’ambito, anche fisico, dell’ufficio di appartenenza ed adempiendo ai compiti di istituto». Nel documento, poi, si legge che «è fatto divieto a personale in servizio presso sedi distaccate di segnalare la presenza in servizio presso la sede principale». Quindi l’invito ai dirigenti «ad assicurare che il personale in orario di lavoro non stazioni nella gradinata esterna della sede, nell’androne di ingresso, nei corridoi e negli ingressi ai piani, affacciati alle finestre o davanti al distributore delle bevande, per tempi di gran lunga superiori alle fisiologiche pause di lavoro, assumendo iniziative per scoraggiare comportamenti non corretti e appropriati».
Il provvedimento è stato accolto da alcuni dipendenti in protesta come un vero e proprio tentativo di “precettazione”, o quantomeno come una sorta di “avvertimento” implicito, su cui è emerso un certo disappunto nel corso dell’assemblea tenutasi oggi con le rappresentanze sindacali. Rispetto al provvedimento dei vertici dell’ente, le opzioni portate in assemblea dai sindacati di categoria erano due: proseguire con lo stato di agitazione rientrando però sul posto di lavoro, oppure continuare a portare avanti l’assemblea permanente. Questa seconda opzione è stata approvata a larghissima maggioranza dai dipendenti che continuano a rivendicare il pagamento degli arretrati e tirano dritti per la propria strada in vista dello sciopero generale indetto per il 26 e 27 marzo prossimi.
AL PRESIDENTE LA RICHIESTA DI “AMBIENTI IDONEI”
A seguito della disposizione di servizio da parte del presidente dell’amministrazione provinciale – con cui si invita i dirigenti a vigilare affinché i dipendenti rientrino sul proprio posto di lavoro – nonostante il perdurare del disagio a causa del mancato pagamento di cinque mensilità stipendiali, dopo ampia e dibattuta discussione, “l’assemblea dei dipendenti – fanno sapere gli interessati tramite una nota – ha deciso di continuare lo stato di agitazione, con conseguente assemblea permanente. La motivazione che ha spinto i lavoratori a non recedere dalle loro posizioni, è dovuta al modo con cui il presidente ha inteso affrontare tale problematica”.
“Piuttosto che la predisposizione di una fredda nota, impartita ai dirigenti – proseguono – al fine di prendere provvedimenti nei confronti dei dipendenti, ove la disposizione di ritornare in servizio venisse disattesa, sarebbe stata più auspicabile un incontro con i rappresentanti dei lavoratori, ed insieme arrivare ad un documento condiviso, tale da salvaguardare l’attuale stato di agitazione e le esigenze dell’amministrazione stessa. Fermo restando l’amarezza per il venir meno dello spirito di comprensione verso dei lavoratori, in evidente stato di prostrazione, sia fisica che morale, occorre precisare, che nonostante lo stato di agitazione, alcuni uffici dell’ente, cioè polizia provinciale, stazione unica appaltante, affari finanziari, hanno continuato a funzionare ugualmente, garantendo la normale attività, proprio per il senso di responsabilità che ha sempre contraddistinto i lavoratori tutti. Si chiede al presidente – è la richiesta avanzata dagli interessati – prima di qualunque altra presa di posizione, di attivare tutti gli strumenti necessari affinché ci siano le condizioni di agibilità per l’espletamento delle attività lavorative: condizioni igienico-sanitarie adeguate (viviamo a stretto contatto con spazzatura e topi) e ambienti idonei – concludono – e adeguatamente riscaldati”.
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