MILANO L’ultima telefonata dell’ex giudice Giancarlo Giusti è stata a un amico dei tempi dell’università che oggi ha deciso di rendere pubblica quell’ultima conversazione su facebook, scagliandosi contro i giudici che avevano più volte confermato la condanna del togato. « La mattina di domenica 15 marzo 2015 – ha scritto l’uomo – ho ricevuto l’ultima telefonata da Giancarlo Giusti. Delirava e protestava il suo malessere per le gravi calunnie e per l’ingiusta condanna che aveva subito. Era disperato per aver perso il lavoro e la reputazione a causa delle vicende giudiziarie che lo hanno perseguitato. Era fiducioso che la Cassazione avrebbe riconosciuto la sua innocenza e che avrebbe riscontrato l’inconsistenza delle motivazioni della sentenza di secondo grado, imponendo cosi’ la ripetizione del giudizio. Purtroppo, invece, lo scorso 4 marzo, i giudici della Cassazione hanno ripetuto il grave errore giudiziario che ci sembrava imposto dalla Procura di Milano».
Per l’amico del giudice morto suicida, la conferma della condanna anche in Cassazione avrebbe sconvolto Giusti, che già in passato avrebbe più volte meditato di farla finita. «Il residuo di pena da scontare, circa nove mesi, lo angosciava. Continuava a dire che prima o poi avrebbero dovuto notificargli l’ordine di arresto e che lo avrebbero condotto in carcere». Per l’uomo, che in questi giorni è stato sentito anche dagli inquirenti milanesi come persona informata sui fatti. «Nell’ultima telefonata delirava e diceva che non riusciva più a sostenere questa situazione dolorosa determinata dalle calunnie giudiziarie che lo avevano sopraffatto. Sono convinto che questa telefonata al pari delle altre siano state registrate dagli inquirenti e spero che possano essere rese pubbliche. La mattina del 15 marzo non sono riuscito a contrastare il suo delirio che era divenuto alienante e ossessivo. Ho telefonato immediatamente ai suoi familiari. Nel frattempo ho provato a telefonare a Giancarlo ripetutamente, ma non mi rispondeva e non mi ha più risposto. Alle 12 ho sentito i familiari che sconvolti mi hanno riferito la tragica notizia».
Ma nel suo messaggio, l’amico di Giusti non rinuncia a un’ultima strenua difesa del giudice. Per lui infatti, «Giancarlo era ed è innocente. È stato circuito e circonvenuto da gente che ha approfittato delle sue fragilità psicologiche per trascinarlo in situazioni equivoche che gli sarebbero poi state successivamente contestate. Era nostra comune convinzione che le finalità della persecuzione giudiziaria di cui è stato vittima fossero tutte politiche».
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