Ingiustizia è fatta
Ma veramente può bastare un avviso di garanzia (che altro non è che uno strumento a difesa del cittadino sul quale si intende indagare) perché una persona debba dimettersi? Perché, se è così, finirà…
Ma veramente può bastare un avviso di garanzia (che altro non è che uno strumento a difesa del cittadino sul quale si intende indagare) perché una persona debba dimettersi? Perché, se è così, finirà ben presto che chiunque potrà essere sospeso (se non addirittura licenziato) dal servizio e dallo stipendio, alla sola notizia di un avvio di indagini. Penso ad un docente, ad un magistrato, ad un pubblico ufficiale, ad un sindaco, ad un funzionario, ad un poliziotto, ad un dirigente… a chiunque! Basta un avviso.
Certo, per chi occupa un ruolo istituzionale di rilievo, la cosa è diversa. Ma qui deve prevalere non l’obbligatorietà perché indagati, quanto la sensibilità politica e l’opportunità. Ma in ogni caso, stiamo attenti: di eccessi di giustizialismo può morire la libertà e la democrazia.
A meno che non facciamo come Beppe Grillo che vorrebbe usare la ghigliottina per tutti, mai poi serenante assolve suoi amici motu proprio (vedi Gino Paoli). O come l’ex pm De Magistris: quando l’avviso di garanzia riguarda lui o la sua giunta, niente deve accadere!
Il problema dei problemi in Italia si chiama funzionamento della giustizia. La giustizia muore perché è lentissima, perché non garantisce un processo giusto e certo a tutti, perché ogni anno si fermano migliaia di processi per sopraggiunta prescrizione (la più grande amnistia silenziosa che si sia mai vista).
Uno studio della Corte di Cassazione ha accertato che il tempo medio dei processi per reati puniti al massimo con 8 anni, compreso il giudizio di Cassazione, è di 9 anni. Tutti questi processi vengono cancellati dopo il giudizio d’appello, ma prima della sentenza definitiva della Cassazione. Ingiustizia è fatta.
Allora prende il sopravvento il giustizialismo, diventa regola l’uso della carcerazione preventiva, l’avviso di garanzia diventa per la stampa e per l’opinione pubblica, sentenza finale di colpevolezza. Tutto degenera, cresce fortemente la voglia di farsi giustizia da sé. E comunque di considerare colpevole il cittadino che viene anche soltanto indagato, figurarsi se viene arrestato.
Pensiamo un po’ a quello che ha combinato il ministro Alfano, che con un post ha anticipato tre gradi di giudizio: «Le forze dell’ordine, d’intesa con la magistratura, hanno individuato l’assassino di Yara Gambirasio». Ha fatto tutto lui!
“Aequam memento serbare mente” (Orazio), tradotta letteralmente, significa ricordati di mantenere la mente serena. Ma oggi significa molto di più.
*Ex parlamentare Pd