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Catanzaro, chiesto un aumento della videosorveglianza

CATANZARO La sicurezza e il controllo del territorio catanzarese sono stati i temi al centro dell’incontro che si è tenuto questa mattina in prefettura tra il prefetto Luisa Latella, il sindaco di Ca…

Pubblicato il: 30/03/2015 – 15:15
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Catanzaro, chiesto un aumento della videosorveglianza
CATANZARO La sicurezza e il controllo del territorio catanzarese sono stati i temi al centro dell’incontro che si è tenuto questa mattina in prefettura tra il prefetto Luisa Latella, il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo con il suo assessore Saverio Loiero e Alberto Tiriolo, rappresentante del gruppo di cittadini “Noi siamo Catanzaro”. Un incontro che era già in programma ma che negli ultimi giorni ha guadagnato maggiore attenzione dopo i fatti di cronaca che hanno coinvolto due esercizi commerciali, una pizzerie e una macelleria, in poche ore. Il tema cardine è stata la videosorveglianza, dopo che le parole di Abramo, definitosi “profeta” relativamente all’incremento della criminalità, avevano riportato in auge il discorso relativo al naufragio del progetto “Safe city” con cui Catanzaro sarebbe stata controllata da 900 telecamere con annesso megacentro di gestione del faraonico impianto, per la considerevole somma di 23mln di euro.
Al termine dell’incontro, è stato il prefetto Latella a chiarire la situazione alle telecamere già attive a Catanzaro: «La videosorveglianza è importante sia nell’attività investigativa che di prevenzione, su questo lavoreremo ora che il ministero dell’Interno, con la nuova programmazione comunitaria, potrà incrementare il sistema. Catanzaro però ha già un buon sistema di videosorveglianza, quello che manca è la manutenzione. Una parte è perfettamente funzionante, alcune telecamere non funzionano a causa della normale usura, ma il sistema c’è ed esiste anche la fibra ottica fino all’area di Germaneto: bisognerebbe semplicemente mettere il palo, con la telecamera e l’illuminazione. Insomma, Catanzaro è abbastanza fornita, così come il resto della Calabria».
La manutenzione è dunque il tallone d’Achille della videosorveglianza catanzarese: l’onere di curarla, nelle regioni ricadenti tra le beneficiarie dei fondi Pon per la sicurezza e cioè Calabria, Sicilia, Puglia e Campania, è solitamente a carico dei Comuni. 
Sergio Abramo, al termine dell’incontro, ha ribadito come la collaborazione tra Comune, questura e prefettura sarà «massima», soprattutto in tema di prevenzione e implementazione del controllo del territorio. A questo proposito, il primo cittadino catanzarese ha comunicato di aver chiesto al prefetto Latella «un aiuto per sbloccare i concorsi per la polizia municipale, visto che abbiamo un numero di vigili inferiore alla dotazione organica necessaria (60 in organico a fronte dei 150 richiesti, ndR)» oltre a un maggiore interessamento in merito al tema dell’accattonaggio, pratica che «da mesi ormai mette in difficoltà i cittadini catanzaresi e qui vorremmo un aiuto anche come forze di polizia assieme ai vigili urbani perché non è bastata l’ordinanza che ho firmato, ma serve anche un momento di repressione».
«Su quello che sta accaendo a Catanzaro – ha poi aggiunto Abramo – appare chiaro che la città non è più un’isola felice. È vero che non ci sono grandi rischi per Catanzaro perché ci sono altri territori limitrofi ben più a rischio, però sicuramente bisogna fare un servizio di prevenzione perché quello che è successo ultimamente a Lido ormai ha fatto capire chiaramente che la criminalità sta entrando anche nella nostra città. Vorremmo anche aprire un numero verde per avere notizie e intervenire con un progetto di grossa investigazione che il prefetto sta avviando con il nuovo questore. L’incremento della videosorveglianza è sempre vincolato a quanto può finanziare il ministero, non si parla più del vecchio progetto che avevo in animo di controllare tutto il territorio di Catanzaro. Forse avevo visto giusto quando lo proposi, mi dispiace che quel progetto non sia stato discusso e che oggi ci troviamo in una situazione in cui anche aumentando le forze dell’ordine che pattugliano il territorio, non si risolve il problema».
 
Alessandro Tarantino
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