Regione, più velocità e qualità nelle scelte
Buona Pasqua. Una festività religiosa alla quale mi sono avvicinato da poco. Non perché convinto credente ma forse perché bisognoso di credere dopo la (quasi) frantumazione di tanti dei miei credo. D…

Buona Pasqua. Una festività religiosa alla quale mi sono avvicinato da poco. Non perché convinto credente ma forse perché bisognoso di credere dopo la (quasi) frantumazione di tanti dei miei credo.
Dunque, buona Pasqua a tutti, persino alla politica calabrese. Nel mio uovo di Pasqua una bella sorpresa, anzi due: un pensiero e un’aspettativa.
Il pensiero ha riguardato il mio mestiere/passione, la tutela dell’interesse collettivo attraverso l’esigibilità diffusa e indisturbata dei diritti civili e sociali. In proposito, mi è venuto in mente ciò che mi sconvolse sentendo relazionare – per la prima volta e, quindi, tanti anni addietro – in un convegno il professore Giorgio Pastore. Il più grande (credo) del diritto amministrativo. “Il diritto precede il legislatore” disse. Da qui, il mio entusiasmo, sotto il profilo della dinamica giuridica, e il mio scoraggiamento, solo a pensare che dalle nostre parti chi è stato via via tenuto a fare le leggi se ne sia addirittura dimenticato!
Ed ecco l’aspettativa. Essa riguarda il desiderio, che spero in procinto di essere soddisfatto, di registrare in Regione comportamenti istituzionali finalmente corretti. Una programmazione dei fondi comunitari (e non solo) adeguata allo scopo e alle esigenze collettive. Una pratica amministrativa non più massimamente finalizzata a soddisfare le clientele più spicciole. Una legislazione quantomeno originale e non più vergognosamente copiata dalle altre Regioni, ricca dei refusi che ci hanno reso, sino a oggi, ridicoli ovunque. Ma soprattutto provvedimenti legislativi prioritariamente conformi alla Costituzione e che sappiano trasformare l’inutile e l’irragionevole in un cantiere aperto di novità praticabili. Di soluzioni alla povertà, alla disoccupazione e all’assenza dei servizi essenziali.
Al riguardo, sarà necessario intervenire sulla macchina burocratica, migliorandone le prestazioni attraverso guide dirigenziali di alto pregio, tali da incentivare la crescita di tutto l’organico, sino a oggi offeso dal peggiore clientelismo e dall’assenza di meritocrazia. Quindi, attenti ai rinnovi e alle riconferme che hanno fatto la rovina della Calabria e dei calabresi.
Su tutto, meno bugie strumentali ad apparire ciò che non si è, a cominciare dalla situazione economico-patrimoniale che viene presentata con saldi apparenti non affatto rappresentativi della realtà, anche nella sanità. In quest’ultima, infatti, la solita storia, si vantano proprietà che non si posseggono nascondendo i debiti, aggiustando i deficit e non consolidando i bilanci, per esempio, dell’Asp di Reggio Calabria per raccogliere quegli applausi che hanno fatto tanto male al sistema della salute. A dare la svolta ci penserà il commissario Massimo Scura, forte della sua capacità ampiamente dimostrata altrove e riconosciuta.
Quanto alla performance della politica, Oliverio saprà fare, di certo, meglio degli altri. A oggi ha il neo della lentezza, sulla quale saprà recuperare, soprattutto nell’avvertire la diversità che c’è tra la Regione e la Provincia. Ciò anche perché il paesaggio umano è lì a renderla più difficile. I problemi sono tanti. Diamogli il tempo per “imparare” ciò che serve. Una volta acquisito il known-how del governatore ideale, il lupo della Sila saprà recuperare tempi e qualità di risultato. E’ ciò che vogliamo.
Buona Pasqua a tutti.