Bimbo morto in ospedale, processo alle battute finali
COSENZA Si avvia alle battute finali il processo che cerca di fare luce sulla morte di Romano Marino, il bambino di 12 anni deceduto nell’ospedale di Cosenza nel 2010. Nell’udienza di oggi è stato se…

COSENZA Si avvia alle battute finali il processo che cerca di fare luce sulla morte di Romano Marino, il bambino di 12 anni deceduto nell’ospedale di Cosenza nel 2010. Nell’udienza di oggi è stato sentito il professore Alfonso Candido, medico dell’ospedale “Gemelli” di Roma, chiamato come consulente di parte civile. Il professore Candido non ha dubbi: quella patologia poteva essere diagnosticata in tempo.
Il piccolo era affetto da un raro tumore del sangue, secondo le statistiche curabile al 50 per cento, ma intervenendo immediatamente. Per l’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Antonio Bruno Tridico, questo non sarebbe avvenuto e si sarebbe perso tempo utile dare il via a cure necessarie.
I medici – è la tesi sostenuta dalla Procura di Cosenza – non avrebbero capito che cosa avesse il 12enne e non si sarebbe agito tempestivamente. Nel processo sono imputati Domenico Sperlì, primario di Pediatria dell’Annunziata e altri medici del reparto: Marianna Neri, Clementina Rossi, Rosanna Camodeca, Rosaria De Marco e Vittoria Greco.
Il professore Candido, questa mattina nell’aula 5 del tribunale bruzio, ha riferito sui protocolli da adottare per questa patologia, sulla tempistica e sulla metodologia di diagnosi. Il medico ha dovuto poi affrontare un complesso e articolato controesame durato diverse ore e ha risposto alle domande della difesa, in particolare dell’avvocato Pierluigi Pugliese (che difende anche Neri, Rossi, Camodeca e De Marco).
La Procura intende fare luce su quanto accaduto e non lasciare alcuna ombra anche perché l’Aiop (Associazione italiana ospedali privati) riconosce l’ospedale di Cosenza come punto di riferimento per la cura di questa forma di patologia e il reparto di Pediatria come una realtà d’eccellenza.
Il processo è stato aggiornato al prossimo 15 giugno. In quella data, dopo la requisitoria e le arringhe della difesa, il tribunale potrebbe emettere la sentenza.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it