Calabria etica, la protesta dei lavoratori
CATANZARO Centinaia di persone davanti ai cancelli del dipartimento Lavoro a Catanzaro. Sono i collaboratori di Calabria etica i cui progetti sono stati dichiarati nulli dalla Regione in quanto sareb…

CATANZARO Centinaia di persone davanti ai cancelli del dipartimento Lavoro a Catanzaro. Sono i collaboratori di Calabria etica i cui progetti sono stati dichiarati nulli dalla Regione in quanto sarebbero stati privi dei formali atti di affidamento e dei relativi finanziamenti. Stamattina i “dipendenti” dell’ente in house si sono dati appuntamento al dipartimento per dare vita a una protesta pacifica ma determinata. Assenti i rappresentanti sindacali.
I manifestanti hanno ottenuto poco, per il momento. Un rinvio, in sostanza, al prossimo venerdì (ore 9.15), quando incontreranno l’assessore al Lavoro Carlo Guccione e il direttore generale “reggente” del dipartimento, Antonio De Marco. Una delegazione di collaboratori è stata comunque ricevuta all’interno del dipartimento da un funzionario regionale, con cui è stato programmato l’incontro di venerdì.
Pochi giorni fa la decisione di dichiarare nulli quattro progetti della Fondazione con i relativi contratti. In questo modo a perdere il posto di lavoro, comunque a tempo determinato, sarebbero circa 250 collaboratori. Si tratta dei co.co.pro che hanno firmato i loro contratti nel mese di novembre, alla vigilia delle elezioni regionali.
Secondo quanto dichiarato in una nota congiunta da De Marco e Barbaro, l’ex presidente di Calabria etica, Pasqualino Ruberto, avrebbe avviato i contratti, per una spesa di 7 milioni di euro, nonostante fossero «privi di formale atto di affidamento e di finanziamento». Per questi progetti esisteva – hanno spiegato il dirigente e il commissario – solo un’autorizzazione “preliminare”, che non costituisce il via libera per «stipula di contratti e spese». Il decreto vero e proprio, con tanto di stipula della convenzione e regolare impegno finanziario, non è mai arrivato. Per cui i contratti “pre-elettorali” siglati da Ruberto sono da considerare “nulli”. Dal canto suo, l’ex presidente e candidato a sindaco di Lamezia continua a ribadire di aver seguito anche a novembre la prassi di sempre e accusa i vertici regionali di essersi attaccati a un «cavillo» procedurale.
p. bel.